Indietro

Cieri Nicola:

è nato a Carunchio(Ch) e vive a Torino.
Laureato in Lingue e Letterature straniere, già iscritto all'Albo dell'AITI, ha pubblicato il suo primo libro nel 1987("I Percorsi delle immagini", Ed.Nuovi Autori-Mi).
Il volume, con una prefazione di Delfina Provenzali, è stato premiato al Concorso Nazionale di poesia "Pablo Neruda" di Pinerolo(To).
Con l'Editore "Campanotto"(UD) ha dato alle stampe nel 1996 "La Passion de la liberté", antologia poetica bilingue che, nella presentazione del Prof. Lionello Sozzi(Ateneo di Torino), viene considerata un utile strumento di lavoro per la scuola.
L'opera è stata recensita dalla rivista culturale "Talento"(To) ed è stata segnalata da "La Repubblica".
Alcune considerazioni sulla traduzione poetica sono apparse su "Zeta News".
Nicola Cieri ha tradotto, conservando le rime, "Sagesse", "Amour", "Bonheur", "Parallèlement" di Paul Verlaine.
Con il romanzo "Quando non si ha che l'amore", ha ottenuto il premio nazionale "Pavese-Gori".

 

RECENSIONI DEI LIBRI DI NICOLA CIERI

 Verlaine, versi immortali

Nicola Cieri è nato a Carunchio, in provincia di Chieti, ma vive e lavora a Torino. Traduttore da diverso tempo, ha realizzato una nuova versione di alcune poesie del poeta francese Paul Verlaine, poeta maledetto che condusse una vita dissipata tra alcool e vizi, insieme all'amico Arthur Rimbaud, viaggiando tra Francia, Inghilterra e Belgio. La raccolta "Sagesse", tradotta da Cieri, contiene alcune poesie scritte in prigione e altre composte successivamente. Qual è la caratteristica principale dell'opera di traduzione di Cieri? Sicuramente la musicalità che, in lavori realizzati da altri traduttori come ad esesmpio Renato Minore, a volte lasciano spazio ad una versione più letterale ma meno, sembra, orecchiabile. Siccome è proprio Verlaine a pronunciarsi in questi termini: "Della musica prima di tutto/Poiché vogliamo della sfumatura ancora/Non il colore, nient'altro che la sfumatura!/ Oh la sfumatura solo fidanza il sogno al sogno e il flauto al corno"("Art Poétique") allora si comprende come la rima "...controllata, moderata, non ridondante" abbia molta importanza nella traduzione dei suoi versi e Cieri propone una sua versione molto accurata e nello stesso tempo sensibile a questi dettami. Edito da Campanotto Editore, "Sagesse, Saggezza" con la traduzione di Cieri è un'opera che fa riassaporare in pieno la sonorità e la profondità dell'opera di Verlaine.
Anita Desai
(Torino Sera – Spettacolo e cultura – 22 Marzo 2001)
Nicola Cieri :"Sagesse, Saggezza" da Paul Verlaine
Campanotto Editore

PAUL VERLAINE
"SAGESSE SAGGEZZA"
Traduzione di Nicola Cieri
Campanotto ed.

Paul Marie Verlaine (1844-1896) fu grandissimo poeta francese, inquieto e tormentato, dall'instabile equilibrio, sempre assetato di cose e luoghi nuovi, caduto ad un certo punto della vita in una squassante crisi religiosa.
Grandissimo, abbiamo detto, misterioso, affascinante. Precursore del simbolismo, partendo dal parniassanesimo, movimento che esigeva una poesia di assoluta purezza formale, giunse a comporre versi fatti di musica struggente, fatti di suoni più che di parole.
Nicola Cieri, laureato in Lingue e Letterature straniere, poeta e narratore, viaggiatore instancabile e osservatore attento della realtà, ha tradotto, fra altre opere di Paul Marie Verlaine, il volume "Sagesse". Dopo una colta, chiarificatrice e interessante prefazione, presenta la traduzione dei versi di Verlaine mantenendo la rima, compito questo assai difficile ed elaborato. Traduzione ottima che non scalfisce lo spirito, né travolge i sentimenti che animano la poesia dell'autore francese.
Ed è bello e coinvolgente leggere prima i versi di Verlaine in francese e poi la traduzione italiana di Cieri, aderente e pregnante, precisa, vigile e, al tempo stesso, personalissima.
E' quanto mai vero che occorre un poeta per tradurre un altro poeta ed è quanto mai interessante se i due poeti hanno in comune sensibilità e profondità di sentire. Questo appunto ci sembra il caso di Verlaine e Cieri. E questo ci sembra un modo intelligente di avvicinare i lettori ai poeti stranieri, operazione paziente e colta, appassionata e minuziosa. Musicale è la lingua francese, altrettanto musicale quella italiana, sia pur d'una diversa musicalità. Cieri ha pertanto saputo conservare nella sua traduzione la struggente dolcezza, la delicata malinconia, la tormentata speranza della poesia di Verlaine. Ecco un breve esempio:
J'ai dit un adieu léger
A tout ce qui peut changer,
Au plaisir, au bonheur même,
Et même à tout ce que j'aime
Hors de vous, mon doux Seigneur!

Ho dato addio leggero
A ciò che è passeggero,
Al piacere bramato!
A tutto ciò che ho amato
Eccetto voi, Signore!

E' innegabile la vicinanza spirituale dei due poeti, l'amore per l'armonia e una sorta di sogno che pare librarsi in alto, al di sopra di tutto, l'amore per una straordinaria levità di pensiero.
Invitiamo dunque tutti a leggere questo libro, piccolo come presentazione grafica, ma grande come contenuto, pieno di musicalità e di pensieri profondi, soffuso di soavità pur nel turbamento, imbevuto d'un delicato tormento e d'un'arcana "saggezza".

Anna Maria Ferrero Favre

(Talento – settembre 2001)

 

Poesie franco-italiane del prof. Nicola Cieri

Mondovì – Edito da Campanotto Editore – Udine, è uscito il volume di poesie "La Passion de la liberté" del prof. Nicola Cieri di Torino e residente per lunghi periodi al Santuario di Vicoforte.
Il libro è di vivo interesse per gli studenti delle scuole superiori. Riportiamo la presentazione curata dal Prof. Lionello Sozzi (Ordinario di Letteratura francese all'Università di Torino):
"Oggi la poesia non cerca più il "grande stile", rifugge dal sublime, preferisce situarsi sui livelli della quotidianità, dire in modo semplice le gioie e le pene di tutti i giorni. A questo tipo di linguaggio poetico forse è bene che nelle scuole si avvicinino i giovani allievi, i quali potrebbero essere scoraggiati dall'aulicità della letteratura(dalle "ferree canne", per intenderci o dell'"astre au front d'argent"), potrebbero da quell'aulicità essere indotti a pensare che la poesia debba riservarsi agli "addetti ai lavori". Per questo la raccolta di Nicola Cieri, con la sua trasposizione in lingua francese, può svolgere un'utile funzione formativa e didattica: perché può abituare i giovani allievi a dire "ingenuamente" quel che si agita nel loro animo, perché può invitarli ad osservare il mondo avvertendo la risonanza spirituale di ogni accadimento, anche il più banale a cui Cieri è così sensibile, la carezza del sole, ad esempio, o il brusio della pioggia, ed infine perché, nell'apprendimento della lingua francese, può allenarli ad uno studio contrastivo, che mettendo a confronto le due versioni di un testo, quella italiana e quella francese, può far scoprire da un lato la profonda affinità che lega i due codici espressivi, dall'altro i trabocchetti rappresentati dalle false analogie, i rischi che può correre un "orecchio" poco allenato.
Approccio alla poesia, dunque, per le vie non impervie ma gradevoli della più genuina naiveté; la raccolta di Nicola Cieri può costituire per questi motivi, in ambito scolastico, un valido aiuto ed un utile strumento di lavoro.
("La Provincia granda" - Pagina culturale)

Da "Leggere"(La Repubblica 15/11/96):

La Passion de la liberté di Nicola Cieri
("Campanotto Editore")
E' una raccolta di poesie realizzate dall'autore di origine abruzzese, laureato in Lingue e Letterature straniere. In particolare, il volume è rivolto, per la semplicità descrittiva delle emozioni quotidiane, ai giovani allievi delle scuole medie. Le poesie di Nicola Cieri, in questo senso, con la loro trasposizione in lingua francese, possono svolgere un'utile funzione formativa e didattica.

 

Nicola Cieri
"La Passion de la liberté"
Campanotto Editore – UD

La Passion de la liberté è il tema dominante, il raccordo che unisce le liriche di Nicola Cieri, ma è altresì la condizione esistenziale che rende il poeta un essere diverso, superiore alla massa violenta e materialista, ma per questo solo.
L'artista è un predestinato perché dotato di sensibilità eccezionale: "Nascita segnata/da un destino blu/piccolino già/piangeva/i mali del mondo...", ma la sua freschezza d'animo, il suo ricercare continuamente una libertà mai raggiunta appieno fanno di lui un essere solitario che vive con disagio le stagioni della vita. Il poeta, infatti, dapprima è un bambino prodigio e pertanto incompreso, successivamente diviene un uomo che vive la tensione e il contrasto con una società che detesta, ma nella quale tenta d'inserirsi. C'è nella lirica di Cieri una dicotomia di fondo che riguarda non soltanto il rapporto tra l'artista e il potere costituito, ma anche l'opposizione tra passato e presente, giovinezza e maturità. Tutto ciò determina il disagio del poeta-uomo che dapprima rifugge le regole e gli affetti familiari per tuffarsi in una vita dissoluta fatta di alcool, ma che "...un giorno/aveva abbandonato/i suoi compagni/e aveva scelto/la solitudine/e una vita/quasi monacale..."
Questa nuova condizione, tuttavia, non si confà totalmente all'artista in quanto la sua sensibilità contrasta con un mondo dominato da falsi affetti in cui gli uomini sono simili a marionette e "...Qualcuno si nutriva/dell'odore del massacro/e godeva rimpinzandosi/delle miserie altrui..."
E' proprio la dicotomia tra l'animo del poeta e il potere costituito, tra ciò che era e ciò che è a generare la tensione che si avverte nelle liriche di Nicola Cieri, tensione che sfocia in un pessimismo che non lascia adito alla speranza e che giudica la nausea l'unica condizione esistenziale. I componimenti sono dominati da immagini tristi quali la spiaggia nera e gli abissi grigi, tuttavia il tono del poeta si fa più dolce quando canta l'amore e la gioventù. Il ricordo d'una fanciulla o di "Un'età senza pretese" sono descritti con grazia e amorevolezza, quasi l'artista affidasse quei momenti alle pagine d'un diario personale; mai come in queste liriche lo stile di Cieri si fa intimista, quasi crepuscolare, giungendo a toccare il cuore del lettore.
L'opera, scritta in italiano e trasposta in francese, permette di evidenziare le analogie e le discrepanze esistenti tra la nostra lingua e quella d'oltralpe; le metafore e le antitesi sono rese con maestria in entrambi i codici espressivi e mostrano come la poesia e, più in generale, l'arte non hanno confini se non il cuore e la sensibilità d'ognuno.
Barbara Odetto
(Da "Talento"- Rivista culturale di Torino)

 

Nicola Cieri
"Quando non si ha che l'amore"
Campanotto Editore

Parafrasando e prendendo come "occasione" di trama una celebre canzone di Jacques Brel "Quando non si ha che l'amore/Per unica ragione/Per unica canzone/E unico soccorso... Nicola Cieri costruisce una bella storia, appassionante ed avventurosa e ben l'adatta ad un personaggio(Mario) che riflette un po' l'uomo dei nostri tempi: un essere inquieto, incerto, alla ricerca di se stesso.
Il racconto si dipana attorno ad un giovane che verso la metà degli anni Sessanta prende a viaggiare attraverso la Svizzera, Olanda e Germania nella speranza di trovare ciò che gli manca: una vera identità, le certezze della vita, l'amore...
Nel suo vagare trova sì l'amore, nei panni d'una sbrigativa quanto sfortunata ragazza olandese, ma solo con il suo ritorno in Italia riesce a condurre in porto la sua esistenza e trovare il giusto equilibrio e le certezze che solo una vita normale gli possono dare.
Il romanzo(abbastanza breve, solo un centinaio di pagine) è una sorta di biografia dell'Autore, docente di "Lingua e Letteratura francese" a Torino, nonché prolifico poeta e narratore, che con naturalezza riesce a narrare atti e fatti vissuti in gioventù, mettendo in risalto errori, aspirazioni e comportamenti non sempre censurabili in quanto frutto e conseguenza d'un periodo di vita difficile(gli anni Sessanta) giunti a ridosso d'un boom economico per molti illusorio.
Nel suo scrivere, Nicola Cieri ci rivela un singolare quanto accattivante modo di esporre i fatti; un tratto narrativo sciolto e rapido come lo scorrere d'un ruscello di montagna.
Mario T. Barbero
(Da "Talento"- Rivista culturale di Torino)

 

Romanzo del "quasi monregalese" Nicola Cieri
"Quando non si ha che l'amore"
Campanotto Editore – UD

Un moderno Ulisse
Nicola Cieri, traduttore di "Sagesse" di Paul Verlaine, è anche poeta affermato con menzione d'onore al Premio Nazionale di poesia Pablo Neruda, ha pubblicato tra le varie raccolte "La Passion de la liberté", espressione del dualismo tra l'artista e il potere, tra il passato e il presente, tra la giovinezza e la maturità.
Nel romanzo "Quando non si ha che l'amore", il cui titolo è tratto da un verso della canzone di Jacques Brel, racconta il percorso d'un moderno Ulisse, studente universitario fuori corso, che nella seconda metà degli anni 60 viaggia in Svizzera, in Germania, in Olanda per trovare se stesso.
E' il viaggio vissuto come avventura, è viaggio di ricerca, è fuga, ma sopratutto è un viaggio introspettivo. La vicenda si snoda all'insegna del vagabondaggio di un bohémien, di un anarcoide che sfida il perbenismo, avido di curiosità, aperto alle esperienze e da autentico sognatore interpretato dai poeti. I versi di Prévert lo inducono all'amore adolescenziale, le canzoni di Edith Piaf cullano le sue fantasie.
Fitto di rimandi ai film di Fellini e di Visconti e costellato dalle citazioni di Pascal che lo avvicinano ad una più profonda religiosità, il pensatore tanto caro all'amica olandese di cui Mario s'innamora appassionatamente, il protagonista scandisce il suo itinerario d'iniziazione elaborando riflessioni filosofiche in una dialettica serrata con la sua amante, inquieta e stimolante interlocutrice. La fine tragica di Marika lo schianta; saranno ancora i versi di Baudelaire a riconciliarlo con la vita.
"Dolore mio, dammi la mano: vieni qui./Lontano da loro, guarda gli anni defunti affacciarsi/sui balconi di cielo, in abiti disusati.../ascolta, mio caro(dolore) ascolta la dolce Notte che avanza..."
Giuliana Bagnasco
(Da "Provincia granda"- Pagina culturale)

 

CHARLES BAUDELAIRE : "I FIORI DEL MALE"
(Traduzione di NICOLA CIERI)
(Collana "I Giganti" ed. Albatros-Il Filo – Roma)

Famosissima raccolta poetica di Charles Baudelaire, pubblicata in Francia nel 1857 e subito censurata perché giudicata scandalosa, tanto che Baudelaire rimosse dall'opera alcune liriche accusate. "I Fiori del male" viene considerata a ragione una delle opere più influenti e innovative dell'800, raccolta che aprì sicuramente la strada al simbolismo e all'uso analogico della parola.
Poesia dagli sfondi surreali che Baudelaire stesso definì un viaggio immaginario verso l'inferno che poi è la vita stessa con le nefandezze, le infamie, i crimini e i reati che vibrano intorno ad essa.
Il traduttore Nicola Cieri riesce con parole perfettamente chiare a fare udire nettamente la voce di Baudelaire con tonalità perentorie e incisive. Non vi è dubbio che fra i componimenti più riusciti dell'opera sono gli Spleen, i quali marcano il disagio esistenziale e che rimandano alla natura sensibile e complessa del poeta stesso, così come l'Albatros magistralmente tradotta da Cieri:
Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage/Prennent de albatros, vastes oiseaux des mers,/Qui suivent, indolents compagnons de voyage,/Le navire glissant sur les gouffres amers./
Spesso, per divertirsi, gli uomini d'equipaggio/catturano albatri, grandi uccelli di mare,/che seguono, indolenti compagni di viaggio,/la nave che scivola sugli abissi amari.../
Con queste parole noi, come lettori, c'inchiniamo all'essenza d'una scrittura che è estremamente moderna, nonostante il tempo trascorso. Charles Baudelaire attraverso il bravo Cieri Nicola, ci parla esprimendo i suoi "mali" che spesso sono anche i nostri.

Marzia Carocci
(Il Salotto degli autori – Torino)

 

Nicola Cieri: "DISCOTECA D.O.C."
(Albatros – Il Filo ed. - Roma)

In apparenza quella di Claudia, la studentessa nativa di Vicoforte, che vive a Torino in un monolocale e studia Lingua e Letteratura francese all'Università pare simile a quella di centinaia di altri giovani d'oggi.
Claudia esce con gli amici, partecipa a varie feste e vive la sessualità con eccessiva leggerezza, prima accettando senza esitare(e senza considerare gli eventuali rischi) un rapporto a tre con degli sconosciuti e poi concedendosi con disinvoltura ai vari Luigi, Marcello e Nicola senza disdegnare le carezze e i baci di Rosita.
In realtà quello che Nicola Cieri propone ai lettori è un racconto intriso di valori spirituali, giocato sul doppio binario della ricerca interiore e dell'elevazione: è un messaggio cristiano, certo, per l'idea del cammino verso la luce, per la centralità accordata all'amore(quello con la A maiuscola) che consentirà infine a Claudia d'incontrare Mario e sopratutto per quella intrinseca capacità di perdono che l'autore lascia intuire, quando inoltrandoci nella lettura scopriamo che il disordine della vita sessuale di Claudia e la sua incapacità di raggiungere il piacere affondano le radici nella più odiosa delle violenze, quella subita, da bambina, da parte del padre.
E' un messaggio destinato tuttavia ad assumere un respiro universale per quel richiamo(arricchito dalle numerose pagine dedicate a Baudelaire, del quale Cieri riporta versi particolarmente significativi) a un percorso inesorabilmente segnato, per via della fragilità umana, da inevitabili cadute alle quali deve far seguito, ogni volta, la capacità di rialzarsi e qui il pensiero va ad Hermann Hesse e al suo capolavoro, Siddharta.
Trovato l'uomo giusto, quel Mario che le ha spalancato gli occhi sull'utilità del volontariato e che ha varato il progetto per un tipo di discoteca "sicura", a dimensione umana e dunque frequentabile da interi nuclei familiari(quella "Discoteca D.O.C." alla quale il racconto deve il titolo), Claudia trova pace e serenità, si scrolla di dosso pur senza rinnegarla la banalità degli anni precedenti, consegue la laurea e, rispettando i canoni d'un altro pilastro del cristianesimo, sposa il suo Mario con il quale torna a vivere a Vicoforte. Il cerchio si chiude con la nascita della figlia Luisella.

Roberto Tassinari
(Da "Talento"- Rivista letteraria- Torino)

 

Il romanzo "Discoteca D.O.C." di Nicola Cieri si presenta come un affresco della gioventù contemporanea, intriso di vecchie, sempre nobili speranze.
La figura di Claudia rappresenta le ambigue – confuse – incertezze d'una gioventù che riesce a perdersi – ma anche a ritrovarsi – nell'eterna, delicata immutabilità dei sentimenti.
Dalle esperienze erotiche al volontariato, fino all'incontro con Mario, che diverrà suo marito e padre di Luisella – in un futuro appena dietro l'angolo.
Claudia attraversa tutte le incongruenze e le paure della gioventù contemporanea. Tra studi e letture, amori e conoscenze fondamentali, il percorso della donna è quello di buona parte della nostra gioventù smarrita, che spesso – per fortuna – sa trovare una strada nella nebbia dei nostri tempi insensati.
Il sottofondo d'una Torino nominata quasi in eccesso con tanto di vie, strade, piazze, caffé e numeri civici, diventa il teatro ideale per una storia minima ma attuale, leggera ma consapevole, privata ma ben riconducibile alle voci giovani e assordanti, confuse, che ci stanno intorno.

Sergio Pent
(Tuttolibri – La Stampa – Torino)

 

Nicola Cieri : Racconti(Oltre il negativo...)
(Albatros ed. - Roma)

I racconti sono cinque: Amori mancati, Nadira, Arte, Usura, Scrittore. Se sono storie vere, sono state romanzate, se sono inventate potrebbero essere storie vere; gli argomenti trattati sono di attualità: la miseria, la prostituzione, l'usura, il benessere economico, il desiderio di restare immortali con una propria opera.
In comune hanno un personaggio principale al quale capita di tutto e di peggio; oltre alla povertà, sia economica che morale, al primo personaggio capita una disgrazia che lo rende paralitico; il secondo personaggio viene ucciso, il terzo avrà un aneurisma cerebrale seguito dalla morte, in Usura una bomba ucciderà tutta la famiglia ed infine l'ultimo personaggio sparirà per sempre lasciando moglie e figlia. Dove sarà andato?
In pratica i racconti evidenziano come la vita ha i suoi alti e bassi, malattie e incidenti colpiscono tutti, dai più poveri ai più ricchi, chi ha ambizioni e chi non ne ha. Tutti, però, come dice il titolo, "Oltre il negativo...", si concludono con la speranza degli amici, dei parenti, degli "altri" personaggi che circondano quello principale, a non lasciarsi sopraffare dal momento difficile, insomma, la vita va avanti(naturalmente per chi resta), con nuove prospettive e nuovi ideali e la luce dell'amore o della sopravvivenza aiuterà a migliorarsi per continuare a vivere. Nicola Cieri è nato in Abruzzo e vive a Torino. Ha pubblicato diversi libri fra cui: I Percorsi delle immagini, La Passion de la liberté, Quando non si ha che l'amore, Saggezza(Traduzione da "Sagesse" di Paul Verlaine), Discoteca D.O.C., I Fiori del male(Traduzione da "Les Fleurs du mal" di Ch. Baudelaire), Saggezza, Amore, Parallelamente(Traduzione da Opere di Verlaine), Generosa umanità(Poesie), Trasgressioni e castità(Romanzo).
Emilia Greco Genesio
(Da "Talento"- Rivista letteraria – Torino)

 

Nicola Cieri: "Generosa umanità"
(Albatros-Il Filo Ed.- Roma)

Silloge corposa, "Generosa umanità" di Nicola Cieri affronta numerose tematiche, dalla sacralità della natura, come si evince sin dalla lirica d'apertura, dedicata a quel "Pastore" che ha trovato nella solitudine e nel silenzio dei pascoli il luogo nel quale sentirsi più vicino a Dio alle assai meno spirituali passioni estive, cullate dalle "dolci brezze estive/al tramonto/di giornate afose (Mare) protagoniste delle quali sono quelle "Anime fuse/nella felicità/di giorni luminosi,/separate poi/da partenze dovute..."(Lacrime) quando "Il miracolo/d'un incontro casuale/riempiva due anime/di felicità immortale"(Baci).
L'autore denuncia l'assurdità (Bravate) degli incidenti provocati dalla perdita di lucidità dopo lo sballo in discoteca ("All'alba,/all'apice/ dei turbamenti /voluti, / macchine potenti /facilitano gl'intenti / di vite perdenti") e nella poesia alla quale la raccolta deve il titolo il poeta fa proprio il dolore del mondo puntando il dito contro l'indifferenza generale di fronte al quotidiano massacro di vittime innocenti provocato "da guerre e fame". Non manca un omaggio a Federico Fellini, per
"quei sogni regalati/ nel buio d'una sala..."(Lutto) mentre la religiosità dell'autore traspare anche nelle poesie dedicate a quella "Chiesa..."Eterno soccorso /agli spiriti incerti, / nutrimento provvido agli aneliti puri" e all'impegno dei Missionari con "la fatica/ dei giorni / impossibili, / confortata / da rossi tramonti". Non manca, in "Rantolo", l'amarezza di fronte alla morte in solitudine d'una persona che pure ha consacrato alla felicità dei figli la propria esistenza: "Rimane / quel rantolo spaventoso / dell'agonia / in quella camera / d'ospedale, / la disumana assenza / dei cari affetti", tema riproposto in "Luce": "Nell'angolo buio / d'una camerata d'ospedale, / si consumano / gli ultimi istanti / d'una solitudine povera" e, pur senza l'ombra incombente della morte, in "Pioggia":
"Solo, / in un'alba tetra, / trapassata/ dai lampi d'un temporale./ Appartato all'angolo / d'un bar vuoto, / osserva / il bicchiere di vermuth, / e la pioggia cade..." mentre in "Futuro" è il pessimismo a farla da padrone tra rifiuti, malattie, disoccupazione e droga.
I ricordi dell'infanzia permeano le liriche dedicate alla "Festa" patronale, al "Paese" natio:
"Suoni e odori / a noi noti / rinnovano / i piacevoli ricordi / della fanciullezza" e alle grida d'un venditore ambulante: "Risuonavano le vie / dei suoi gorgheggi acuti / e nelle case / ci si destava / con l'animo colmo / d'allegrezza". Particolarmente riuscita ci è parsa la lirica "Palpiti" che l'autore ha inteso proporre, con modifiche marginali, in entrambi le sezioni della silloge : "Alla fermata del tram / una donna bruna / attende il suo uomo, / un giorno d'inverno, / nell'aria scura / della sera".
La natura è sempre protagonista, ora con i suoi colori : "Tenui colori / di paesaggi sospesi / tra filari di viti"(Quando?), ora con il ricordo d'un improvviso "Acquazzone" : "Al riparo / dalla copiosa acqua, / labbra dal sapore / di polvere bagnata, / si cercavano / col tremore / della prima esperienza".

Roberto Tassinari
(Da "Talento"- Rivista culturale – Torino)

 

L'intervista
Nicola Cieri : Lo scrivere è una fase di ripiegamento su di sé
(Fulvio Castellani – Udine)

Sarebbe sufficiente soffermarsi su una frase che figura in quarta di copertina del romanzo "Trasgressioni e castità"(Ed. Albatros – 2012) con cui viene evidenziato che si tratta di "un'operazione che ci invita a riflettere sulla soggettività dell'etica e l'ipocrisia che domina la società contemporanea", per sollecitare la curiosità intorno al romanzo stesso e al suo autore, Nicola Cieri.
Un autore che ormai ha alle spalle un percorso letterario di prim'ordine, sia per quanto attiene alla narrativa, sia per la poesia e le traduzioni dal francese.
Il romanzo in questione si avvale di una scrittura estremamente efficace, nitidamente espressiva, moderna e i personaggi hanno una marcata fisionomia, come si conviene in un'opera che intreccia moralità e depravazioni, amicizie pericolose e intrighi.
Dagli anni '80 dello scorso secolo ad oggi, Nicola Cieri ha ricevuto non poche attestazioni di stima da parte della critica e degli addetti ai lavori.
Ne hanno parlato, tra gli altri, Sergio Pent(Il romanzo "Discoteca D.O.C." si presenta come un affresco della gioventù contemporanea, intrico di vecchie, sempre nobili speranze); Emilia Greco Genesio ha scritto a proposito di "Racconti. Oltre il negativo..." che "gli argomenti trattati sono di attualità: la miseria, la prostituzione, l'usura, il benessere economico, il desiderio di restare immortali con la propria opera".
Giuliana Bagnasco, Mario T. Barbero: "Nel suo scrivere, Nicola Cieri ci rivela un singolare quanto accattivante modo di esporre i fatti; un tratto narrativo sciolto e rapido come lo scorrere d'un ruscello di montagna"; Barbara Odetto, Anna Maria Ferrero Favre, Roberto Tassinari...
E noi, per entrare più a fondo nell'io creativo e scritturale di Nicola Cieri, non abbiamo potuto fare a meno di contattarlo e di rivolgergli alcune domande.
Domanda: Scrivere è anche per lei un fatto liberatorio, un mettersi in discussione, un momento d'isolamento riflessivo e terapeutico?
Risposta: Ho iniziato la mia attività di scrittore negli anni ottanta. Volevo esplicitare la mia esistenza multiforme e avventurosa, le mie esperienze molteplici. Lo scrivere è un atto riflessivo, un incanto, una fase di ripiegamento su di sé, un voler comunicare al prossimo la propria essenza e anche, in certi casi, una forma di vanità.
D : Nel suo ultimo romanzo "Trasgressioni e castità" viene messa in luce una società, la nostra, fin troppo incline al vizio, alla depravazione e, di conseguenza, a un perbenismo di facciata. Pensa che sia possibile un ribaltamento di tale realtà o che sia invece soltanto l'inizio di quel decadimento morale di cui si va parlando?
R : La società attuale ostenta concreti risvolti esibizionisti. Le varie forme di spettacolo hanno affascinato il mondo giovanile e anche quello adulto. Ci si adopera, senza tregua, per raggiungere un successo vuoto ed effimero. Ci si serve della menzogna e della corruzione con estrema disinvoltura. Il primo traguardo irrinunciabile è il benessere, acquisito spesso senza una vera lotta, una sana applicazione. La moralità diventa un accessorio secondario, insignificante. La televisione, con i suoi programmi "trash", spinge alla superficialità e al facile guadagno.
Nel mio romanzo "Trasgressioni e castità" voglio forse dimostrare che, accanto ad un mondo arrivista, ne esiste, a volte, un altro, fatto di ripensamenti, di sofferenza, di voglia di cambiare, di conversione, che può accendere finalmente una luce sulle miserie umane. La rinuncia favorisce una misteriosa variante, apportatrice di avvenimenti inspiegabili e miracolosi.
D : Come ha preso l'avvio la vicenda legata agli Altieri e le figure dei vari Marco, Wilma, Nicola, Rita, Stefano e Mario hanno una qualche attinenza con le cronache giornalistiche?
R : Non ci sono riferimenti alla cronaca giornalistica. La storia è frutto di pura invenzione letteraria.
D : C'è anche della poesia a compenetrare di sé l'andamento del romanzo e Rocco ne è un interprete in quanto autore di alcune sillogi e alle prese con le difficoltà d'incontrare un editore di peso. Lei che opinione ha della poesia iteliana contemporanea, della sempre crescente compagine di poeti più o meno da considerare tali?
R : Per quanto riguarda i poeti, penso che in Italia esista un'editoria senza scrupoli che, pur di accaparrare clienti, sia disposta a pubblicare qualsiasi opera, dietro compenso economico, naturalmente. Questo procedimento illusorio è deleterio. Se un componimento presenta solo elementi di banalità non andrebbe preso in considerazione. Ci sono anche delle splendide eccezioni di autori che hanno dato alle stampe lavori apprezzabili, anche se a proprie spese. Gli undici miei libri editi(tre traduzioni), fortunatamente non hanno subito questo iter. Solo per la mia prima opera poetica(I Percorsi delle immagini, ed. Nuovi Autori-Milano) ho contribuito alle spese. Le mie traduzioni hanno ottenuto un buon successo di vendita, sopratutto "I Fiori del male" di Baudelaire.
D : Oltre a romanzi e racconti, lei ha pubbicato anche alcune raccolte poetiche che hanno avuto non pochi e significativi riconoscimenti. In confidenza, si sente più un narratore o un poeta?
R : La poesia e la narrativa sono due campi diversi ma, a volte, s'incontrano, si mescolano, ottenendo i migliori risultati.
D : Il suo nome è legato anche alle traduzioni di alcune opere di Charles Baudelaire e Paul Verlaine. Sono questi, forse, i suoi poeti di riferimento?
R : Baudelaire e Verlaine sono i miei poeti preferiti(sono un fracesista). Il primo per aver colto tutte le sfumature dell'amore ideale(Madame Sabatier) e di quello sensuale(Jeanne Duval), la dualità dell'essere umano, in preda ad un eterno conflitto tra il Cielo e l'Inferno. In ogni persona ci sono due ipotesi simultanee, l'una verso Dio, l'altra verso Satana. La poesia più significativa è quella che descrive il poeta: "Il poeta somiglia al principe delle nubi / che incontra la tempesta e ride dell'arciere; / esiliato sulla terra tra le delusioni / le sue ali di gigante gli bloccano il cammino..."(L'Albatro). Il mio amore per la poesia di Verlaine è legato alla musicalità che questo autore riesce ad ottenere(vedi "Le ciel est par-dessus le toit...)
D : L'ambiente in cui vive, Torino, e la regione in cui è nato, l'Abruzzo, quale ruolo hanno avuto nel suo percorso scritturale?
R : Vivo a Torino da oltre quarant'anni. Ho insegnato in questa città per trent'anni. Ora sono in pensione. Ho sposato una francese, i suoi genitori erano di origine friulana, provenivano da S.Daniele. Ho tanti parenti in Francia e pochi in Abruzzo(i miei sono tutti traferiti a Milano e Varese). Trascorro le vacanze ogni anno a Lignano Sabbiadoro e viaggio abbastanza.
D / Una curiosità : a quale libro fin qui pubblicato si sente maggiormente legato e a quale personaggio, fra i tanti che ha creato, ha una certa assonanza con il suo modo di agire e di pensare?
R : Tra i personaggi da me immaginati, Mario, il protagonista del mio romanzo "Quando non si ha che l'amore"(da un verso di una canzone di Jacques Brel: Quand on n'a que l'amour) è forse quello che più mi somiglia. Mario viaggia, negli anni sessanta, in Europa, facendo qualsiasi lavoro. Difficoltà e amori s'intrecciano ma il suo vero scopo è voler capire se stesso.

Fulvio Castellani(da "Il Salotto degli autori"- Rivista culturale - Torino)

 

POSSIBILITÀ

L'ignoranza
di volontà indirette
oscura le promesse
d'una chiarezza abbattuta.
Lavori incostanti
che sboccano
nelle serate dispotiche
di vizi sadici.
Una mortalità
di possibilità
mai compresa,
produzione infaticabile
di diversità indocili.

(Da "La Passion de la liberté" -Campanotto Editore-UD)


DELUSIONI

Sul lago calmo
dei pensieri sublimi
costruiva il coraggio
dei bambini vili.
Il tempo
apportava le risorse
della costanza,
della fiducia.
Si salivano
i gradini
della grande scala
della volontà,
ma arrivava il vuoto
d'una stima
mal riposta.
Delusioni crudeli
d'un amore
senza limiti,
d'una devozione ingenua.

(Da "La Passion de la liberté" -Campanotto Editore_UD)


LIMITI

Recitazione spontanea
d'una vita nascosta,
l'amore d'un gesto...
Sorrisi naturali
annunciano il gusto
d'un'esistenza anonima.
Dei limiti vistosi
circondano la bellezza
d'un'intelligenza spezzata.
Un passo sicuro
che procede senza rimpianto
sul cammino unico
dei sentimenti inconfessati.

(Da "La Passion de la liberté" -Campanotto Editore- UD)


QUANDO NON SI HA CHE L'AMORE(Romanzo)
UN MODERNO ULISSE
Nicola Cieri, traduttore di "Sagesse" di Paul Verlaine, è anche poeta affermato con menzione d'onore al Premio Nazionale "Pablo Neruda". Ha pubblicato, tra le varie raccolte "La Passion de la liberté", espressione del dualismo tra l'artista e il potere, tra il passato e il presente, tra la giovinezza e la maturità.
Nel romanzo "Quando non si ha che l'amore", il cui titolo è tratto da un verso della canzone di Jacques Brel, racconta il percorso d'un moderno Ulisse, studente universitario fuori corso che nella seconda metà degli anni 60 viaggia in Svizzera, in Germania, in Olanda per trovare se stesso. E' il viaggio vissuto come avventura, è viaggio di ricerca, è fuga, ma soprattutto è un viaggio introspettivo. La vicenda si snoda all'insegna del vagabondaggio di un bohémien, di un anarcoide che sfida il perbenismo, avido di curiosità, aperto alle esperienze e da autentico sognatore interpretato dai poeti. I versi di Prévert lo inducono all'amore adolescenziale, le canzoni di Edith Piaf cullano le sue fantasie. Fitto di rimandi ai films di Fellini e di Visconti e costellato dalle citazioni di Pascal che lo avvicinano ad una più profonda religiosità, il pensatore tanto caro all'amica olandese di cui Mario s'innamora appassionatamente, il protagonista scandisce il suo itinerario d'iniziazione elaborando riflessioni filosofiche in una dialettica serrata con la sua amante, inquieta e stimolante interlocutrice. La fine tragica di Marika lo schianta; saranno ancora i versi di Baudelaire a riconciliarlo con la vita.
"Dolore mio, dammi la mano: vieni qui/Lontano da loro. Guarda gli anni defunti affacciarsi/sui balconi di cielo, in abiti disusati.../ascolta, mio caro(dolore)ascolta la dolce Notte che avanza..."
Giuliana Bagnasco (Da "LA PROVINCIA GRANDA" -Mondovì-CN)


"QUANDO NON SI HA CHE L'AMORE" -Campanotto editore-UD Euro 10,00
Parafrasando e prendendo come "occasione" di trama una celebre canzone di Jacques Brel "Quando non si ha che l'amore/Per unica ragione/Per unica canzone/E unico soccorso... Nicola Cieri costruisce una bella storia, appassionante e avventurosa e ben l'adatta ad un personaggio(Mario) che riflette un pò l'uomo dei nostri tempi: un essere inquieto, incerto, alla ricerca di se stesso. Il racconto si dipana attorno ad un giovane che verso la metà degli anni Sessanta prende a viaggiare attraverso Svizzera, Olanda e Germania nella speranza di trovare ciò che gli manca: una vera identità, le certezze della vita, l'amore... Nel suo vagare trova sì l'amore, nei panni d'una sbrigativa quanto sfortunata ragazza olandese, ma solo con il suo ritorno in Italia riesce a condurre in porto la sua esistenza e trovare il giusto equilibrio e le certezze che solo una vita normale gli può dare.
Il romanzo(abbastanza breve, solo un centinaio di pagine)è una sorta di biografia dell'Autore, docente di Lingua francese a Torino, nonché prolifico poeta e narratore, che con naturalezza riesce a narrare atti e fatti vissuti in gioventù, mettendo in risalto errori, aspirazioni e comportamenti non sempre censurabili in quanto frutto e conseguenza di un periodo di vita difficile(gli anni Sessanta) giunti a ridosso di un boom economico per molti illusorio. Nel suo scrivere, Nicola Cieri ci rivela un singolare quanto accattivante modo di esporre i fatti; un tratto narrativo sciolto e rapido come lo scorrere d'un ruscello di montagna. Mario T. Barbero (Dalla rivista culturale "TALENTO" Torino)

Il romanzo è stato premiato al CONCORSO NAZIONALE "PAVESE-GORI


"I PERCORSI DELLE IMMAGINI" -Editrice Nuovi Autori- Milano -
"...L'impressione prima che si offre alla lettura di questa raccolta è la dimensionalità diversa de "I Percorsi delle immagini". Solo basso continuo, che mai viene meno, da "Contrasto" a "Contradictions"(forse non a caso titoli della prima ed ultima poesia), è un romanticismo amaro, crepuscolare che, pur rifiutando, nella forma, rime assonanza e metrica, s'inserisce in una lunga nostra tradizione letteraria. Non solo s'inserisce, ma affonda anche, con radici profonde, in quel tessuto fitto di brume, distacco, brame inappagate e inappagabili che si risolvono nell'accettazione, sofferta, dei propri limiti d'uomo. Ora, pur valendosi d'un ritmo atonale e informale, nicola Cieri riesce a raggiungere, con aggettivazione reiterante e innata musicalità, un alto timbro emotivo... Nei passaggi rapidi, dalle brume ovattanti ai segni più evidenti di una modernità vissuta, sta il percorso complesso di questo poeta che, lontano da rotture con il passato o strutturalismi avventati, ci appare singolare pur nel fluire della tradizione, e si fa conoscere, in una raccolta dove la poesia, dai caratteri nitidi, è già maturità acquisita."

(Dalla nota introduttiva di Delfina Provenzali)


I Percorsi delle immagini - Ed. Nuovi Autori-Milano
L'autore ha voluto raccogliere in volume più di cento schegge di luce del suo percorso esistenziale alla ricerca del suo essere naturale e vero. "Il mio essere naturale/e vero/io l'ho ritrovato/stamattina/durante la mia passeggiata:/ecco le strade/del mio stato d'animo/di ricercatore e di bimbo."(Traduzione della poesia "L'état d'ame pag 117). Le strade imboccate dal poeta parlano di sole che accarezza la pelle e di sguardi lanciati e raccolti andando tra la folla, libero e senza uno scopo preciso. Ma completamente libero l'Autore non è: lo accompagna sempre il senso del suo passato inutile tanto che il suo cuore risulta annegato nella morsa dell'ansia.
Ansia alla ricerca del consenso dell'altro, del compagno o della compagna di viaggio. Ansia alla ricerca del volare alto "sulle distese immani delle basse conoscenze".
Delfina Provenzali, nella bella prefazione al libro, ha visto sul sentiero dell'Autore "brame inappagate e inappagabili che si risolvono nell'accettazione, sofferta, dei propri limiti d'uomo". Ma se l'Autore sembra accettare i propri limiti non è così palese che Egli accetti limiti all'Umanità la cui natura, proiettata nel futuro, si scopre "triste e benefica, violenta e delicata, distruttrice e dispensatrice di frutti" disponibile ad "amare i figli d'un mattino radioso". La lezione di Spinoza si ripete. L'autore sembra percorrere con la sua vita e volerci far percorrere a noi suoi lettori un sentiero di alta montagna: accidentato, faticoso, avvolto da un nebbione fastidioso ma che alla prima svolta potrebbe anche presentarsi pianeggiante, toccato dalla luce del sole, e aprirsi su una visione incomparabile.
Franco Calvetti (Dalla rivista culturale "CONTROCAMPO" - Torino)

"I Percorsi delle immagini" ha ricevuto la "Menzione d'onore" al Premio Nazionale "Pablo Neruda".


VERLAINE, versi immortali
Nicola Cieri è nato a Carunchio, in provincia di Chieti, ma vive e lavora a Torino. Traduttore da diverso tempo, ha realizzato una nuova versione di alcune poesie del poeta francese Paul Verlaine, poeta maledetto che condusse una vita dissipata tra alcool e vizi, insieme all'amico Arthur Rimbaud, viaggiando tra Francia, Inghilterra e Belgio. La raccolta "Sagesse", tradotta da Cieri, contiene alcune poesie scritte in prigione e altre composte successivamente. Qual'è la caratteristica principale dell'opera di traduzione di Cieri? Sicuramente la musicalità che, in lavori realizzati da altri traduttori come ad esempio Renato Minore, a volte lasciano spazio ad una versione più letterale ma meno, sembra, orecchiabile. Siccome è proprio Verlaine a pronunciarsi in questi termini: "Della musica prima di tutto/Poiché vogliamo della sfumatura ancora/Non il colore, nient'altro che la sfumatura!/Oh la sfumatura solo fidanza il sogno al sogno e il flauto al corno"("Art poétique") allora si comprende come la rima "...controllata, moderata, non ridondante" abbia molta importanza nella traduzione dei suoi versi e Cieri propone una sua versione molto accurata e nello stesso tempo sensibile a questi dettami. Edito da Campanotto Editore, "Sagesse, Saggezza" con la traduzione di Cieri è un'opera che fa riassaporare in pieno la sonorità e la profondità dell'opera di Verlaine.

(Da TORINO SERA 22/3/2001)
Paul Verlaine: "SAGESSE, SAGGEZZA"(Traduzione di Nicola Cieri) - CAMPANOTTO EDITORE UD.


PAUL VERLAINE - "SAGESSE SAGGEZZA" Traduzione di Nicola Cieri Campanotto Editore - Euro 10,32
Paul Marie Verlaine(1844-1896) fu grandissimo poeta francese, inquieto e tormentato, dall'instabile equilibrio, sempre assetato di cose e luoghi nuovi, caduto ad un certo punto della sua vita in una squassante crisi religiosa. Grandissimo, abbiamo detto, misterioso, affascinante. Precursore del simbolismo, partendo dal parnassianesimo, movimento che esigeva una poesia di assoluta purezza formale, giunse a comporre versi fatti di musica struggente, fatti di suoni più che di parole.
Nicola Cieri, laureato in Lingue e Letterature straniere, poeta e narratore, viaggiatore instancabile e osservatore attento della realtà, ha tradotto, fra altre opere di Paul Verlaine, il volume "Sagesse". Dopo una colta, chiarificatrice e interessante prefazione, presenta la traduzione dei versi di Verlaine mantenendo la rima, compito questo assai difficile ed elaborato. Traduzione ottima che non scalfisce lo spirito, né travolge i sentimenti che animano la poesia dell'autore francese. Ed è bello e coinvolgente leggere prima i versi di Verlaine in francese e poi la traduzione italiana di Cieri, aderente e pregnante, precisa, vigile e, al tempo stesso, personalissima. E' quanto mai vero che occorre un poeta per tradurre un altro poeta, ed è quanto mai interessante se i due poeti hanno in comune sensibilità e profondità di sentire. Questo appunto ci sembra il caso di Verlaine e Cieri. E questo ci sembra un modo intelligente di avvicinare i lettori ai poeti stranieri, operazione paziente e colta, appassionata e minuziosa. Musicale è la lingua francese, altrettanto musicale quella italiana, sia pur di una diversa musicalità.
Cieri ha pertanto saputo conservare nella sua traduzione la struggente dolcezza, la delicata malinconia, la tormentata speranza della poesia di Verlaine.
Ecco un breve esempio:
J'ai dit un adieu léger
A tout ce qui peut changer,
Au plaisir, au bonheur meme,
Et meme à tout ce que j'aime
Hors de vous, mon doux Seigneur!
Ho dato addio leggero
A ciò che è passeggero,
Al piacere bramato!
A tutto ciò che ho amato
Eccetto voi, Signore

E' innegabile la vicinanza spirituale dei due poeti, l'amore pre l'armonia e una sorta di sogno che pare librarsi in alto, al di sopra di tutto, l'amore per una straordinaria levità di pensiero. Invitiamo quindi tutti a leggere questo libro, piccolo come presentazione grafica, ma grande come contenuto, pieno di musicalità e di pensieri profondi, soffuso di soavità pur nel turbamento, imbevuto di un delicato tormento e di un'arcana "saggezza".
(Anna Maria Ferrero Favre -Da "TALENTO" - Luglio/Settembre 2001)


La Repubblica - Leggere
Leggere
La Passion de la liberté di Nicola Cieri Campanotto Editore, 202 pagine, 10 Euro

E' una raccolta di poesie, realizzate dall'autore d'origine abruzzese, laureato in Lingue e Letterature Straniere. In particolare, il volume è rivolto, per la semplicità descrittiva delle emozioni quotidiane, ai giovani allievi delle scuole medie. Le poesie di Nicola Cieri, in questo senso, con la loro trasposizione in lingua francese, possono svolgere un'utile funzione formativa e didattica. (R.F.) 15/11/1996


"LA PASSION DE LA LIBERTE" Campanotto Editore - 10 Euro
La Passion de la liberté è il tema dominante, il raccordo che unisce le liriche di Nicola Cieri, ma è altresì la condizione esistenziale che rende il poeta un essere diverso, superiore alla massa violenta e materialista, ma per questo solo. L'artista è un predestinato perché dotato di sensibilità eccezionale: "Nascita segnata/da un destino blu/piccolino già/piangeva/ i mali del mondo...", ma la sua freschezza d'animo, il suo ricercare continuamente una libertà mai raggiunta appieno fanno di lui un essere solitario che vive con disagio le stagioni della vita. Il poeta, infatti, dapprima è un bambino prodigio e pertanto incompreso, successivamente diviene un uomo che vive la tensione e il contrasto con una società che detesta, ma nella quale tenta d'inserirsi. C'è nella lirica di Cieri una dicotomia di fondo, che riguarda non soltanto il rapporto tra l'artista e il potere costituito, ma anche l'opposizione tra passato e presente, giovinezza e maturità. Tutto ciò determina il disagio del poeta-uomo che dapprima rifugge le regole e gli affetti familiari per tuffarsi in una vita dissoluta fatta di alcool, ma che "...un giorno/aveva abbandonato/i suoi compagni/e aveva scelto/la solitudine/e una vita/quasi monacale..." Questa nuova condizione, tuttavia, non si confà totalmente all'artista in quanto la sua sensibilità contrasta con un mondo dominato da falsi affetti in cui gli uomini sono simili a marionette e "...Qualcuno si nutriva/dell'odore del massacro/e godeva rimpinzandosi/delle miserie altrui..." E' proprio la dicotomia tra l'animo del poeta e il potere costituito, tra ciò che era e ciò che è a generare la tensione che si avverte nelle liriche di Nicola Cieri, tensione che sfocia in un pessimismo che non lascia adito alla speranza e che giudica la nausea l'unica condizione esistenziale. I componimenti sono dominati da immagini tristi quali la spiaggia nera e gli abissi grigi, tuttavia il tono del poeta si fa più più dolce quando canta l'amore e la gioventù. Il ricordo d'una fanciulla o di "Un'età senza pretese" sono descritti con grazia e amorevolezza, quasi l'artista affidasse quei momenti alle pagine d'un diario personale: mai come in queste liriche lo stile di Cieri si fa intimista, quasi crepuscolare,giungendo a toccare il cuore del lettore.
L'opera, scritta in italiano e trasposta in francese, permette di evidenziare le analogie e le discrepanze esistenti tra la nostra lingua e quella d'oltralpe; le metafore e le antitesi sono rese con maestria in entrambi i codici espressivi e mostrano come la poesia e, più in generale, l'arte non hanno confini se non il cuore e la sensibilità di ognuno.

Barbara Odetto (Dalla Rivista Letteraria - TALENTO (Torino) -)


POESIE FRANCO-ITALIANE Edito da Campanotto Editore-Udine, è uscito il volume di poesie franco-italiane del Prof. Nicola Cieri di Torino e residente per lunghi periodi al Santuario di Vicoforte(CN). Il volume è di vivo interesse per gli studenti delle scuole superiori. Riportiamo la presentazione curata dal Prof. Lionello Sozzi(Università di Torino):
"Oggi la poesia non cerca più il "grande stile", rifugge dal sublime, preferisce situarsi sui livelli della quotidianità, dire in modo semplice le gioie e le pene di tutti i giorni. A questo tipo di linguaggio poetico forse è bene che nelle scuole si avvicinino i giovani allievi, i quali potrebbero essere scoraggiati dall'aulicità della Letteratura(dalle "ferree canne", per intenderci, o dell'"astre au front d'argent"), potrebbero da quell'aulicità essere indotti a pensare che la poesia debba riservarsi agli "addetti ai lavori". Per questo la raccolta di Nicola Cieri, con la sua trasposizione in lingua francese, può svolgere un'utile funzione formativa e didattica: perché può abituare i giovani allievi a dire "ingenuamente" quel che si agita nel loro animo, perché può invitarli ad osservare il mondo avvertendo la risonanza spirituale di ogni accadimento, anche il più banale a cui Cieri è così sensibile, la carezza del sole, ad esempio, o il brusio della pioggia, ed infine perché, nell'apprendimento della lingua francese, può allenarli ad uno studio contrastivo, che mettendo a confronto le due versioni d'un testo, quella italiana e quella francese, può far scoprire da un lato la profonda affinità che lega i due codici espressivi, dall'altro i trabocchetti rappresentati dalle false analogie, i rischi che può correre un "orecchio" poco allenato. Approccio alla poesia, dunque, per le vie non impervie ma gradevoli della più genuina naiveté; la raccolta di Nicola Cieri può costituire, per questi motivi, in ambito scolastico, un valido aiuto e un utile strumento di lavoro."

(Dal settimanale "LA PROVINCIA GRANDA"(MONDOVI')




Con Carta e Penna ha pubblicato:

DISCOTECA D.O.C.

Copertina libro
L'autore, nato a Carunchio (CH), vive a Torino. Laureato in Lingue e Letterature straniere, ha pubblicato il suo primo libro nel 1987 (I Percorsi delle immagini, Ed. Nuovi Autori – Milano). Il volume, con una presentazione di Delfina Provenzali, è stato premiato al Concorso Nazionale di poesia "Pablo Neruda" di Pinerolo (TO). Con l'Editore Campanotto (UD) ha dato alle stampe nel 1996 "La Passion de la liberté", antologia poetica bilingue che, nella presentazione del Prof. Lionello Sozzi(Università di Torino), viene considerata un utile strumento di lavoro per la scuola. L'opera è stata recensita dalla rivista culturale "Talento"(TO) ed è stata segnalata da "La Repubblica". Alcune sue considerazioni sulla traduzione poetica sono apparse su "Zeta News". Nicola Cieri ha tradotto, conservando le rime, "Sagesse", "Amour", "Bonheur", "Parallèlement" di Paul Verlaine oltre a "Les Fleurs du mal" di Charles Baudelaire. Con il romanzo "Quando non si ha che l'amore", l'autore ha intrapreso la sua prima esperienza narrativa e ha ottenuto il Premio Nazionale "Pavese-Gori". 

Per contattare direttamente l'autore scrivi a nicola.cieri@libero.it