Colomo Alberto: è nato a Busto Arsizio l’11 marzo 1961 dove vive e lavora. |
Con Carta e Penna ha pubblicato:
LA CHIAVE DEL CUORE |
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Capitolo I - VERSO L'IGNOTO
Purtroppo, per capire chi siamo, abbiamo bisogno che accadano avvenimenti o situazioni che tendiamo a ritenere inattuabili o addirittura esuli al nostro io edonistico.
Un tempo molto remoto la terra era governata da equilibri arcani ed esoterici; le chiavi di ciò erano nelle mani di creature a noi oggi familiari: le fate.
Esse avevano ricevuto dalle mani di colui che tutto conosce le chiavi del sapere, della vita e del cuore.
Quest’ultima chiave era la più importante di tutte, guai a perderla; ciò avrebbe significato la fine.
Essa, incredibile capolavoro, era stata forgiata nelle fucine di colui che tutto conosce ed aveva la facoltà di irradiare una luce vivida e splendente non appena trovava un cuore nobile, ma ahimè troppo tempo era passato dall’ultimo cuore puro che aveva avuto la fortuna di toccarla.
Le nostre fate erano sì creature dotate di poteri sovrannaturali, ma non immortali.
Ebbero la trovata di incastonare la chiave in una pietra, cosi facendo non si sarebbe persa e nemmeno Olaf, il perfido gnomo padrone della notte, avrebbe potuto impadronirsene in quanto il suo cuore era cupo e malvagio.
Passarono gli anni, i secoli passarono, e la chiave giaceva incastonata nella pietra, anzi la pietra diventava sempre più nera e più dura in quanto la parola cuore era stato definitivamente bandita dal genere umano fino a che…
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ASTROLABIO |
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Incipit: "Plymouth, contea di Devon, punto cruciale per l'approdo di mercantili e baleniere in partenza per i mari del nord. Anno 1790. Davanti alla banchina, come a voler richiamare marinai e fiocinatori, la bottega di Mac Neeb (il bazar del mare); in evidenza un grande astrolabio a indicare mete e lidi da scoprire. Grazie a questo strumento era possibile determinare la latitudine e la longitudine e in maniera particolare l'altezza delle stelle.
Davanti alla bottega uno stuolo di marinai, incollati alla vetrata, sgranavano gli occhi curiosi nell'intento di carpire dalle bocche degli avventori notizie relative a partenze ed arrivi. Non era raro che qualcuno di essi, intrufolandosi in cambusa o sotto coperta, prendesse clandestinamente il largo per poi essere scoperto e rapidamente sbarcato. Come dimenticare Udito fino, un esile e losco individuo schivo e malconcio. Era solito accomodarsi in un angolo buio e solitario del bazar per ascoltare tutto quello che gli altri avventori raccontavano. E Ugola d'oro? Grande, grosso e bonario cuoco di bordo, così lui diceva essere ma… molto più abile nel mangiare e bere a tal punto che, ubriaco, smetteva di cantare solo quando crollava sul pavimento. Ah si! Manina! Sembrava un vecchietto tutt'ossa sempre sghignazzante e un po' toccato, ma molto abile; non vi era giorno che non riuscisse a prendere dalle tasche dei malcapitati qualche ghinea per distribuirla ai monelli. Tra di essi vi era Tommy, un tipo gracile, occhi azzurri e vispi che illuminavano un viso cereo, ma spensierato..."
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Per i lettori di Carta e Penna ha scelto:
TEMPO |
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Tu non ti puoi fermare come io non posso fermare le lancette di un orologio. |
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SPECCHIO |
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Creatura amorfa |
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IL TEMPORALE |
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Il borbottio di un tuono faceva presagire l’arrivo di un temporale. |
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INVERNO |
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La bruma dal bianco mantello vestiva i campi, mentre l’aurora mattutina cercava con i suoi timidi raggi di violare tale velo. |
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LA MIETITURA |
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Le spighe ondeggiavano sferzate dalla brezza greve. |
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MARE |
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Mi manca l’onda infranta sulla scogliera |
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IL GRANDE CORVO |
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Il volatile in frac planò goffamente sulle umide zolle, saltellando in lungo ed in largo noncurante della mia presenza. |
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