Bruciapaglia Roberto: è nato a Milano nel 1937 e vive a Torino dove ha compiuto i suoi studi e sì è laureato in ingegneria elettronica presso il Politecnico. ORE NOTTURNELe ore della notte DOMANIIl complice soffio |
Con Carta e Penna ha pubblicato:
UN ALTRO DOMANI |
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Per Roberto Bruciapaglia "poesia" è riuscire ad impadronirsi di un'emozione nell'attimo in cui la stessa raggiunge il suo culmine e trasferirla, con estrema delicatezza e con l'aiuto della parola, su un foglio, cercando di conservare la sua interiorità e la sua intensità emotiva per coloro che vorranno posare lo sguardo sul foglio stesso.
Se anche soltanto una persona, leggendo le sue parole, riuscirà a percepire la passione che scaturisce da un amore, la serenità intrinseca di un tramonto sul mare, l'emozione profonda di un cielo costellato di stelle, lo scrivano-poeta avrà raggiunto il suo principale obiettivo: riuscire a perpetuare e conservare nel tempo l'attimo di un'effimera emozione umana.
Diceva il poeta:
... ho purificato le labbra
al sacro fuoco
per parlare d'amore
ma quando ho riaperto le labbra
le parole si sono trasformate
in un semplice respiro
e i motivi musicali
che mi ardevano in petto
si sono dissolti
in un profondo silenzio...
Da questo silenzio scaturisce, nelle poesie di Roberto Bruciapaglia, un dialogo con la propria anima, legato ai ricordi, che crea una sorta di fantastica "sinfonia" che scuote i silenzi e infonde nuovi respiri nella speranza di un migliore futuro.
Michele Morfeo
Scrittore e poeta
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LUCCIOLE |
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Roberto Bruciapaglia, vive a Torino dove si è laureato in ingegneria elettronica presso il Politecnico. Nel tempo libero si è dedicato alla pittura e alla scultura partecipando a diverse mostre collettive. Ultimamente è tornato al suo vecchio amore: la poesia ed i racconti e ha pubblicato il suo primo volume I fiori del sole. Ha partecipato ad alcuni concorsi in cui è stato premiato. Con Carta e Penna Editore ha pubblicato, nel 2005, la silloge poetica Un altro domani.
Dalla prefazione di Santi Zagami: "Roberto Bruciapaglia sa cogliere tempestivamente "l'ispirazione fugace"e la traduce in poetici versi. C'è nel poeta un vago senso di rimpianto che lo fa meditare per un "tempo ormai lontano" ed evidenzia, con malinconia, il fatto che non torna più. Egli, in diversi suoi spunti, accenna alla "speranza" che gli dà forza e serenità. Cito, ad esempio, la poesia "Ancora": Ancora / ad inventare / il sapore della vita… Infatti, dal sapore della vita scaturisce la "speranza" di un domani sereno, forse migliore, ed il poeta spera, almeno sottovoce. Le ansie e le delusioni di "ieri" svaniscono al pensiero di un " diverso domani" che sarà, negli intenti dell'autore, più fecondo. La vita continua e Roberto Bruciapaglia, nella sua opera, ha creato un poetico legame tra "passato" e "presente", che si proietta in un meraviglioso e fantastico "domani".
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TORINO, UN INVERNO ANNI '60 |
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Affresco di una Torino anni '60, costellata di personaggi ed episodi. Dal primo capitolo:
Ricordo di Chiaretta
Nel buio della notte, le finestre illuminate, tutte eguali, tutte ordinate in file parallele, davano una sensazione di fredda immobilità e di costrizione. Torino gli appariva improvvisamente disabitata, deserta, mentre nell'aria ristagnava una sensazione di vuoto sinistramente silenzioso.
Via Dei Mercanti aveva assunto l'aspetto di un carcere senza inferriate che si snodava, interminabile, sotto la luce giallognola e sbiadita dei rari lampioni e delle sue finestre simmetriche. Alberto voleva uscire da quell'incubo che sembrava stringergli la gola quasi a soffocarlo, ma continuava a camminare come ipnotizzato e affascinato dalle luci lontane, che si stagliavano in fondo alla strada. Teneva le mani sprofondate nelle tasche e aveva rialzato il bavero del cappotto per ripararsi meglio dalla nebbia che si avvitava intorno a lui, penetrando inesorabile in tutte le aperture che riusciva a trovare. Improvviso, lo sferragliare di una vettura tranviaria lo liberò dall'incubo; ansimava e nonostante il freddo pungente aveva la fronte imperlata di sudore.
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LABORATORIO LETTERARIO - (ANNO 2006 - 2007) |
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Silloge a cura di Roberto Bruciapaglia
Raccolta poetica degli autori che hanno frequentato il laboratorio letterario dell'UNITRE di Torino nell'anno 2006/2007.
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TORINO È POESIA |
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Poesie che hanno improvvisamente preso vita dalle immagini di una Torino vista come in un sogno.
Fotografie di Fulvio Ferrero
Roberto Bruciapaglia, nato a Milano vive a Torino dove ha compiuto i suoi studi e si è laureato in ingegneria elettronica presso il Politecnico. Ha fatto l'Assistente universitario, quindi ha lavorato alla Fiat in vari settori strategici.
Si è, in seguito, occupato di consulenza aziendale presso diverse Aziende.
Nel tempo libero si è dedicato alla pittura e alla scultura partecipando a molte mostre collettive. Ultimamente è tornato al suo vecchio amore: la poesia ed i racconti e ha pubblicato il suo primo volume I fiori del sole.
Ha partecipato ad alcuni concorsi letterari e le sue opere sono state premiate con importanti riconoscimenti
Con Carta e Penna Editore ha pubblicato, nel 2005, le sillogi poetiche Un altro domani e Lucciole nel 2006 e il romanzo Torino, un inverno anni '60.
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NON ERA CHE IERI |
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Roberto Bruciapaglia, nato a Milano vive a Torino dove ha compiuto i suoi studi e si è laureato in ingegneria elettronica presso il Politecnico.
Ha fatto l'Assistente universitario, quindi ha lavorato alla Fiat in vari settori strategici. Si è, in seguito, occupato di consulenza aziendale presso diverse Aziende. Nel tempo libero si è dedicato alla pittura e alla scultura partecipando a molte mostre collettive. Ultimamente è tornato al suo vecchio amore: la poesia ed i racconti e ha pubblicato il suo primo volume I fiori del sole.
Ha partecipato ad alcuni concorsi letterari e le sue opere sono state premiate con importanti riconoscimenti. Con Carta e Penna Editore ha pubblicato, nel 2005, le sillogi poetiche Un altro domani e Lucciole nel 2006 e il romanzo Torino, un inverno anni '60.
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PAROLE NEL VENTO |
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Raccolta di poesie e immagini
(Fotografie di Fulvio Ferrero).
Parole nel vento
L’odore di salsedine
mescolato al fumo della vaporiera
penetra dalle fessure del finestrino
a rendere più triste il distacco.
Ansima il treno;
nel tramonto di un cielo di settembre
il senso di abbandono
delle cose che sono fuggite.
La sera versa lenta le sue ombre
e resta sul palato
un amaro sapore di solitudine.
L’anima è affranta dai rimpianti,
il ritmare dei sussulti sui vecchi binari
intorpidisce i pensieri.
Lieve e indistinta, rimane
l’immagine sfumata di ciò che hai lasciato.
Immobile ascolti
un’eco lontana che ripete
parole che hai gettato nel vento.
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UNA STORIA, UNA VITA |
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Questa è una storia che forse può aiutare a superare le vicissitudini della vita, a medicare le proprie ferite, a ritrovare lontane memorie. |
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IL MISTERO DELLA CASA DEI MORTI |
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Una banale richiesta di ospitalità, per motivi di studio, ad una anziana nobile zia, si trasforma in una intrigante e misteriosa storia, legata anche ad una incredibile Casa dei Morti. Così, un giovane studente di ingegneria si trasforma in un novello “Indiana Jones”. I colpi di scena, imprevisti si susseguono a cominciare dall’apparizione di una giovane fanciulla dai capelli rossi, dal magico nome di Morgana, che si intravvede di sfuggita dietro le tendine sempre abbassate di un palazzo disabitato, la Casa dei Morti. Perché si manifesta per chiedere aiuto al giovane rampollo della antica e nobile stirpe polacca dei Conti Sobieski? A questo punto, improvvise, due storie si intrecciano. La prima reale è diretta, mentre la seconda, assolutamente diversa, si sviluppa incredibilmente in un’epoca distante circa due secoli. Quest’ultima coinvolge comunque il protagonista della storia primaria, al punto da farlo sentire partecipe in prima persona alle avventure che verranno descritte, e che si manifestano ricche di pericoli e straordinari colpi di scena. |
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AMOR CH€™A NULLO AMATO... |
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Nuova silloge poetica per Roberto Bruciapaglia che raccoglie in questo volume i suoi versi più recenti; eccone alcuni: Così grande Ho letto la paura / incastonata nelle striature dorate / delle tue iridi sognanti, / travolte dall’uragano / che agita il tuo cuore. / Gelide onde / del mare di lacrime / si potrebbero riversare / sul tuo viso pallido. / Il tuo dolore grida silenzioso, / attanagliato dal pensiero / che questo amore così grande / possa morire prima di noi. Cammino Cammino lento / sul ciglio della strada. / La mia ombra / mi segue, pigra / allungata sulle pareti / che cercano di respingermi. / I miei passi sono pesanti / e anche il vento / sembra rallentare / il mio cammino. / Non riesco quasi più / a muovermi: ho lasciato me stesso. / Sono rimasto con te. |
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STORIA DI UN VECCHIO CUORE |
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Giovani e belli... ma poi? Continua... |
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I ROTOLI DEL MAR MORTO |
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Il racconto I rotoli del Mar Morto ha ricevuto il secondo premio ex æquo al concorso Mario Soldati del 2016; la giuria ha espresso la seguente motivazione: I rotoli del Mar Morto è un romanzo di avventure che si distende a ritroso nel tempo, da oggi fino a risalire al XIII secolo dei Cavalieri Templari e di Celestino V, e nello spazio, dall’Italia a Israele, da L’Aquila a Gerusalemme. La vicenda prende l’avvio dal terremoto che il 9 aprile 2009 ha sconvolto e in gran parte distrutto la città dell’Aquila. |
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IL RIPOSO DEL GUERRIERO |
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Dall'incipit del primo racconto intitolato: Era meglio prima?
Giorgio sta passeggiando avanti e indietro per la stanza tenendo in braccio con delicatezza il piccolo Marco di pochi mesi che non vuole assolutamente saperne di dormire. Il bimbo oggi non sta bene e anche Marina, la mamma. ha un po’ di influenza e quindi tocca a lui fare addormentare il bimbo. Giorgio ha appena compiuto i trenta anni, è laureato in Economi e Commercio e ha un ottimo lavoro che comunque lo impegna moltissimo. Finalmente sembra che il piccolo abbia chiuso gli occhi e Giorgio con passo leggero si approssima al lettino del bimbo e cerca con delicatezza di adagiarlo sul lettino stesso, ma il bimbo improvvisamente si rimette a piangere e lui lo riprende velocemente in braccio anche perché non vuole disturbare Marina che sta piuttosto male. Continuando la sua passeggiata attraverso le stanze della loro abitazione, sempre cullando il piccolo, passa davanti alla sua poltrona, quella meravigliosa poltrona su cui si accoccolava al rientro dal lavoro la sera, stanco del lavoro e dopo un bacio a Marina e a Marco si rilassava per dieci minuti a leggere il giornale prima di riprendere l’impegno di marito e padre di cui, qualche volta, avrebbe voluto fare a meno. Era contento di quella sua tenera famiglia ma dentro di se rimpiangeva i bei tempi di quando, dopo il lavoro, giocava ogni tanto a tennis con gli amici e poi tornava a casa dove la mamma aveva già preparato tutto e non doveva occuparsi di nulla. |