Alla mia cara, dolce Mamma (Diario di una vita assieme)di Berti Andrea
Anno: 2011
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Dalla prefazione di Marzia Carocci:
Il poeta Andrea Berti, ci porta in un mondo dove l’emozione non ha retorica, un mondo generoso d’amore incondizionato di un uomo che ama senza riserve il ricordo vivido della propria madre.
Pagine emozionali dove l’autore esprime tutta la propria impotenza terrena al raggiungimento materiale di quella donna che lo ha concepito, amato e cullato.
Un uomo al quale mancano ancora le certezze, gli abbracci, il sostegno affettivo di colei che lo ha sorretto e protetto negli anni difficili dell’infanzia che l’autore ha vissuto, anni che amorevolmente la mamma, gli ha saputo alleggerire con l’amore senza riserva. Un vero monologo di rispetto, di tenerezza e malinconia, si manifesta fra le righe che il Berti scrive, righe che sanno di pianto, di ricerca, di premura.
Il lettore, si accorge del vuoto che spesso compare nei versi dell’autore, un vuoto incolmabile che è quasi un lamento, ma è anche un cantico, inno ai ricordi che affiorano, immagini distanti, carezze che ancora sono lievi e sentite sul volto ormai adulto. Voglia di tornare indietro, di riprovare quella sensazione di protezione, di buono, di caro, in una fase della vita dove spesso dobbiamo farci carico di responsabilità a volte pesanti e insormontabili.
Pagine di un diario, dove ci sono domande e risposte ancora da scoprire, una sorta di reminiscenza che ha una sola voce, fatta di desideri e attese, di quesiti sulla vita e sull’essenzialità di questa.
Un amore figliare, che va oltre il tempo, oltre l’età, oltre lo spazio. Sogni di un tempo passato, quando ad ogni ostacolo, ad ogni dubbio o timore c’era la certezza assoluta di un abbraccio autentico, caldo, amorevole e sincero, un abbraccio che resta ricerca continua ad ogni passo della vita.
La stretta di chi ci ama.
Andrea Berti, è un autore sensibile, che ha voluto, in memoria di sua madre, scrivere queste pagine, per poter materializzare il senso di quell’amore che non ha mai smesso di esistere. |