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DA DONNA A DONNA: sa morte incantada, tra miti e leggende nella tradizione popolare sarda

di Arras M. Antonella

Anno: 2009

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La Sardegna ha mantenuto, grazie all’isolamento determinato dalla configurazione geografica, usi, costumi e tradizioni che si perdono nella notte dei tempi e anche il modo di affrontare la morte ha trovato nell’isola modalità espressive e pratiche assolutamente caratteristiche. Come sostenuto dal prof. Alessandro Maida, Rettore dell’Università degli studi di Sassari1, in Sardegna è sempre esistita una cultura di empatia con la morte, una sorta di “tanatologia culturale” che in ogni tempo ha condizionato la vita della sua gente. Desta difficoltà all’osservatore esterno il cogliere alcuni aspetti culturali e sociali vista la particolarità, la crudezza e la complessità di dette tradizioni, spesso intrise di leggende e di miti. Dalla moltitudine di consuetudini legate alla morte emerge prepotente l’importanza della figura femminile e il suo rapporto privilegiato con il soprannaturale: il suo ruolo in una società fortemente naturalistica deriva dall’essere portatrice unica e sola del segreto della vita, diventando quindi il ponte da e verso il trascendente. Questo libro è suddiviso in tre parti: la prima comprende la descrizione, a grandi linee, della storia millenaria della Sardegna e del suo popolo, soffermandosi in particolare sul ruolo della figura femminile nel contesto storico culturale ed antropologico tradizionale dell’isola; nella seconda vengono presentati alcuni riti e leggende sarde legate alla morte, e nella terza vengono approfonditi in particolare alcuni aspetti riconducibili a forme popolari di eutanasia.