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VITA E PRIMAVERA

di Paoletti Antonio

Anno: 2017
ISBN: 978-88-6932-102-3
Prezzo: 15.00 €

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Dalla prefazione di Fulvio Castellani: È assodato che scrivere poesie significa mettere a nudo il proprio io, quella sensibilità innata verso l’altro e l’ambiente che ci circonda e ci coinvolge. È altrettanto vero che un poeta racchiude in sé una ricca porzione d’amore e una grande capacità di sognare, di captare messaggi che ai più sfuggono o non arrivano, di non adagiarsi in un mare di tranquillità e di sonnolenza emotiva.
Diciamo questo perché, leggendo i componimenti poetici di Antonio Paoletti, abbiamo avuto il piacere di incontrare un poeta verace, un attento interprete di emozioni, di esperienze vissute, di stagioni mai archiviate, di un concerto di profumi e di silenzi a dir poco circolari e mandati in onda con versi semplici e piacevolmente interpretabili.
Si tratta di flash fatti di immediatezza e di filosofia pratica (“se è l’ora / anche la clessidra / si ferma”), di sorrisi raccolti e vellutati (“domani, vedrai / sorgeranno in te / gemme di speranza / lampi di primavera / fulmini di felicità”), di soprassalti, di abbandoni, di attese (“Vorresti sapere / poter conoscere / se c’è, cosa c’è, / oltre di noi / nel cielo, nell’infinito, / nell’immensità...”).
C’è, poi, ricorrente, un “tu” a cui si rivolge con simpatia, con particolare attenzione, usando parole calde e suadenti, rigogliose al punto giusto quasi indicando una via, un’oasi dove poter approdare prima che la fiamma si spenga e il respiro del vento si allontani.
Versi brevi, brevissimi assai spesso; versi che con armoniosa sincerità scolpiscono immagini e suoni anche misteriosi, lasciando in chi legge il desiderio di appropriarsi di altre accelerazioni emotive, di altri inviti che ci provengono, magari a nostra insaputa, dalle stagioni della vita siano esse la primavera oppure l’inverno.
Occorre osservare, infine, che la poesia di Antonio Paoletti approda in una sorta di sdrammatizzazione della condizione umana, in un senso di suggestiva fascinazione anche se, sovente, una patina di malinconica rassegnazione fa capolino al di là dei ricordi, dei forse e dei perché, delle lacrime e delle gioie, della luce e “della pioggia che cade / dalle stelle”...
Una “vita” e una “primavera” che fanno di Antonio Paoletti (e non da ora) un attento interprete della poesia, di una poesia non epidermica e mai fine a se stessa.