Dalla prefazione di Roberto Bruciapaglia:
Lo scrivere poesie, è per Adalberto Papadia espressione di un grande amore per la natura e le sue meraviglie. I suoi versi manifestano un piacere inarrestabile, racchiuso in un alone di stupita ammirazione, che fa trasparire la sensibilità della sua anima. I simboli e le rappresentazioni più particolari della vita e delle manifestazioni naturali, rivivono nelle sue strofe e danzano come note lievi, come brezza leggera che accarezza lo spirito del lettore.
La sua sciolta vena poetica riesce a creare piccoli camei lirici da cui emergono frammenti di sogno e creature vergini dense di patos, che paiono giungere dall'alba del mondo.
Da molte delle sue poesie emergono umidi sprazzi di mare, di cui è sicuramente innamorato, e che sono liricamente resi da un verso raffinato che fluisce come pennellato, di ampio respiro, che suscita sentimenti dimenticati ed emozioni impreviste, nell'anima del lettore.
La poetica di Adalbero Papadia è simile a un soffio di vento, al volo di un gabbiano, che lasciano come un inconscio sentimento di serenità e di sogno perduto.
Infine, i suoi versi si possono assimilare ad esperienze dal profumo antico che si rinnovano costantemente seguendo il richiamo della natura e dei fenomeni più intimi della stessa, in un particolare ammiccare al volo dei gabbiani, al vento che scompiglia i capelli, e al mare su cui danza la luce della luna e delle stelle.