Dalla prefazione di Fulvio Castellani:
Pure Cicerone in De finibus ha scritto “Mi ricordo anche delle cose che non vorrei ricordare; e non posso dimenticare quelle che vorrei dimenticare”. Non è una novità, quindi, che anche nella nostra società tecnologica il ricordo abbia un ruolo non di secondo piano. Anzi, lo è doppiamente se si considera che va di moda catalogare un incontro o un momento particolare del vivere con un selfie in grado di ripresentarsi alla memoria con stuzzicanti e precisi riscontri mentali.
È bello ricordare nonostante possa rinnovare talora, o assai spesso, un dolore, l’assenza di chi non c’è più, la riscoperta di sensazioni forti, di momenti dal profumo incastonato nelle trasparenze di un silenzio assordante... È forse per questo motivo che ognuno di noi, soprattutto se dà spazio non occasionale alla scrittura (poesia o narrativa essa sia), che l’album dei ricordi si impreziosisce di anno in anno con un concentrato di immagini legate sia al capitolo degli affetti e delle amicizie, sia a quello di ambienti caratteristici e di curiosità di natura culturale e artistica.
Ed è il desiderio di mettere in evidenza l’archivio mentale di poeti e di narratori (giovani e meno giovani) che ha spinto Carta e Penna a calendarizzare l’uscita di un’antologia ad hoc, ossia proiettata sui “Ricordi da ricordare” che, come si avrà modo di leggere in questo volume, si presenta con le voci di diversi autori già noti e di altrettante penne (sarebbe stato, forse, più giusto dire di autori che hanno abbandonato la penna, stilografica o biro, per abbinarsi con l’ormai magico... computer) alla ricerca di un posto nel contesto della letteratura d’oggi.