Dalla prefazione di Albertina Zagami:
In “Stramp_Alati diari di bordo” Aldo Di Gioia dà prova della sua ecletticità nello scrivere.
Passa con estrema facilità dalla poesia alla prosa, alle “gavade” (stupidaggini, come le definisce lui stesso) in italiano, in romanesco, in piemontese, dimostrando una innata capacità di esprimere pensieri che molti hanno, ma non sono in grado di esternare. I suoi racconti “estemporanei” strappano a volte un sorriso, altre una risata Egli stesso ammette nella presentazione della “Sonata per il CSC” che “il sorriso è elemento essenziale per vivere bene” e di sorrisi riesce a strapparne molti con le sue “gavade”.
Passare dal sorriso alla tristezza è per lui di una facilità estrema Parlando della sciagura del crollo del ponte Morandi di Genova, riprende le parole del Gattopardo “Tutto muta affinché nulla muti” e conclude con una amara riflessione “Ci vorrebbe almeno un decoroso silenzio”. Non lancia accuse, non recrimina, chiede solo Silenzio per rispetto alle vittime.
Dalla tragedia all’arte pittorica in poche pagine.
L’immagine delle isole Tremiti è creata attraverso la descrizione di una miriade di colori, trascende in profumi “di lentisco e rosmarino” per trasformarsi in suoni: pare di udire il rumore dei venti che “frustano” Cretaccio, il ruggito del mare... Leggendo, si snodano davanti agli occhi del lettore le immagini delle isole come in un documentario e si comprende come tali paesaggi siano rimasti impressi profondamente nel cuore dell’autore.
Che dire poi della sagace ironia utilizzata per sottolineare l’assurdità di talune pubblicità televisive o del dubbio gusto di personaggi conosciuti che raccontano ai quattro venti i propri problemi personali?
Saranno anche “Stramp_Alati diari di bordo”, ma dalla loro lettura se ne trae giovamento per lo spirito e anche spunti di riflessione sull’epoca in cui viviamo.