IL QUIETO RIPOSARE DELL'ANIMAdi Mingoia Rosa
Anno: 2021
|
Dalla prefazione di Maria Elena Mignosi Picone:
Rosa Mingoia ci offre la sua silloge di poesie dal titolo “Il quieto riposare dell’anima” che racchiude poesie che ella ha composto nel corso dei suoi anni, da quelli giovanili a quelli della maturità. È sempre giovane come lo è una persona che si accinge a compiere i sessant'anni, ed è proprio per questa ricorrenza che ha voluto farsi questo regalo: la pubblicazione di tutte le poesie scritte precedentemente e sino ad ora. Rosa Mingoia, persona sensibile e delicata, ridente e radiosa, di quella bellezza pura, autentica e genuina, che non è solo bellezza del fisico ma anche riflesso dello spirito, spirito, come il suo, rivolto alla terra e da questa al cielo, una persona che guarda all'orizzonte, che sente entro di sé i palpiti del divino.
È una donna ricca di fede, e di fede viva, vissuta nella preghiera e nella operosità, e anche nell'arte, nella poesia. È qui, in questo libro, che si avverte un crescendo, un anelito, pur nelle circostanze e nelle incombenze, della vita giornaliera (è sposa, madre, ha un lavoro di responsabilità nell'Università di Palermo, è poetessa e anche pittrice), si avverte un crescendo, dicevamo, della presenza della vita divina in lei, e che, illuminata dallo Spirito Santo, si avvia gradualmente ad una progressiva maturazione. È la ricerca dell'Assoluto, pur nella contingenza della vita, la ricerca di ciò che non passa su tutto ciò che passa, è la ricerca della vita eterna, già pregustata quaggiù. E Rosa Mingoia la conosce bene e la fa assaporare nelle sue poesie nelle quali ciascuno, animato da anelito del Trascendente, può riconoscersi. È una poesia dunque, imbevuta dell'acqua dello Spirito Santo, una poesia intrisa di spiritualità, intrisa di fede.
Nelle sue poesie troviamo anche la compassione verso l’umanità dolente. Molto vivo in lei è il sentimento, in questa opera, della misericordia. L’attenzione agli ultimi, agli infelici, agli oppressi. Ecco allora l’amore tradito, l’amore mancato, ecco l’amore dato male; non manca la sofferenza per la malvagità umana, con gli effetti della guerra, la violenza, le usurpazioni, e con riferimenti a fatti storici come la Shoah, o il fenomeno dell’Isis con il terrorismo. Alla compassione si accompagna anche una grande delicatezza con cui la poetessa esprime le sue considerazioni verso le vittime, la tenerezza, e invita i malvagi alla conversione. Ed esorta sempre al bene. Alla comprensione, al perdono.
Risaltano i valori cristiani; tutta l’opera è a questi improntata.
Rosa Mingoia, oltre ad essere una praticante, è anche attiva nella Chiesa in cui svolge il servizio di ministro straordinario della Eucarestia e di laica consacrata all’Immacolata, partecipa ai ritiri spirituali e a corsi di formazione cristiana. Tutto questo si avverte nelle sue poesie che ricalcano fedelmente gli insegnamenti della Chiesa.
Tenerissime sono poi le poesie che riguardano gli affetti familiari: le poesie al padre, alla madre, alla sorella, passata recentemente ad altra vita. Ma anche molto tenere quelle alle amiche, alle compagne di scuola, alcune delle quali ora non ci sono più. Per non parlare di quelle rivolte ai suoi amori più grandi, il marito e il figlio. Qui l’amore coniugale e materno è sviscerato in tutti i suoi particolari, in tutti i suoi aspetti, sin nelle minime emozioni degli innamorati; è sviscerato in tutte le sue ripercussioni sullo spirito.
È un libro delizioso, potremmo dire completo sotto l’aspetto letterario, umano, morale, spirituale. Un libro ricco sia di materia, il numero delle poesie è considerevole, sia di spirito.
Profondità di sentire, delicatezza d’animo, sensibilità spiccatissima fanno di Rosa Mingoia, scrittrice fine anche sotto l’aspetto formale poiché il suo stile è terso, limpido, cristallino, forbito e squisitamente elegante, fanno di lei, dicevamo, una letterata di ottima forgia, una letterata di elevata statura.
|