Dalla prefazione: "Di Nerina Anastasi e della sua voce poetica si sono ormai occupati non pochi e qualificati addetti ai lavori, primo fra tutti lamico Pietro Testaverde che mi ha consentito di conoscerla ed apprezzarla per quel segno magico che i suoi versi tracciano nellazzurro di un cielo terso in cui si agita e si muove con armoniosa leggerezza espressiva il suo cuore dal respiro caldo e fascinoso.
A distanza di anni, ecco che ho ritrovato il piacere di scrivere di Nerina Anastasi quanto la sua sensibilità e lumanità di cui è in possesso riesce sempre a coagulare attorno a sé la bellezza del vivere anche se, spesso, i giorni del vivere diventano sofferenza, ansia e attesa di nuovi scampoli di luce.
Ritmico e musicale è il suo fraseggio lirico, un fraseggio dalle tonalità alte che sprigiona energia e delicatezza ad un tempo, quasi una piccola-grande tavolozza dalle colorazioni cangianti e circolari, dalle note arpeggianti e dai messaggi damore. Un amore, il suo, che vive e si sostanzia in ogni dimensione, e che cattura a sé il piacere del dire e del raccontarsi, del suggere da ogni pagina giornaliera il meglio allo scopo di veicolare sentimenti sinceramente proiettati ben oltre il perimetro geografico dellIo. Si emoziona, Nerina Anastasi, ad ogni sussurro di vento, ad ogni scalpitare di silenzi, ad ogni piega che abbia come centro nodale la vita, il sogno, lo sguardo che si rivolge verso lalto, verso lOltre, in direzione di quella pace che dovrebbe abbracciare un po tutti su questa Terra che, purtroppo ed a causa del nostro egoismo sfrenato e privo di senso, ci sta riservando ampi vuoti damore, ampie zone dombra, desertificazioni generalizzate di non senso e di quanto, invece, dovrebbe favorire la gioia per un incontro e per una stretta di mano che vadano oltre il colore della pelle...
Poesie calde, pertanto, quelle che ci ha consegnate Nerina Anastasi e che sono state dedicate al suo uomo, a quellIno che non cè più e che vive e si rinnova nei versi damore della poetessa con un concerto di suoni, di parole, di sussurri, di ricordi, di abbracci, di emozioni che, allombra del dolore per la sua assenza, si cullano e vagano in cieli solcati da mille ali di danza...
Prima di cominciare a scrivere queste note introduttive a Sperduti nel vento, mi ero prefisso di soffermarmi su talune poesie e sul significato profondo che racchiudevano, poi mi sono accorto di essere andato un po oltre. Ma la colpa è tutta di Nerina Anastasi: sì, perché con la sua poesia non è consentito fermarsi su un singolo pensiero e su poche parole in quanto il suo lirismo è captabile in ogni immagine, quasi che il cerchio del suo declinare momenti e situazioni (nuove o vecchie esse siano) è alquanto ampio e succedaneo, brillante e variegato comè.
Mi è sufficiente, di conseguenza, indicare soltanto alcuni dei tanti versi che ci ha regalato: Azzurri gli occhi del cielo / quando la luna sorride / e le stelle / cantano nenie damore oppure Libera volo, farfalla di luce, / con ali aperte verso il cielo e ancora Rinasco come rugiada / che si posa sulla rosa... Come a dire il suo orizzonte guarda lontano mentre lalba inonda di rosso / mostrando al mondo / il teatro del giorno e allimprovviso ecco un brivido, voci dannegati / in navi che affondano, / distese dacqua con corpi / che galleggiano e poi più nulla! / solo morte!...
Cè un solco profondo di umanità nel suo dire. Cè un calco di un cuore che sussurra sempre amore e che in punta di piedi (e di penna) rivolgendosi a Ino bisbiglia urlando che Il tempo non cancellerà il tuo ricordo e Bevo il tuo amore / in una smemorata / giovinezza...
Che dire oltre, se non che anche stavolta Nerina Anastasi ha colpito nel segno denudandosi di ogni orpello e di ogni titubanza per consegnarsi al poi con la certezza di poter essere letta e riletta per la sua capacità di rasserenare la coscienza di ognuno, prolungando così londa lunga del suo amore al di là del profumato silenzio che segue le folate del vento in cui sovente ci si sente sperduti.