I COLORI VISTI DOPOdi Andraghetti Fosca
Anno: 2010
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Dalla prefazione di Laura Colombari "Vorrei conoscere il nome dei fiori...": è il verso di inizio di una poesia. Il verso è poi ripreso nella chiusa e, in mezzo, scorre un paesaggio realistico e affiorano immagini interiori di assoluta suggestione. Quasi a contraddire il desiderio espresso (Vorrei conoscere il nome...) l'autrice stupisce il lettore proprio per la sapienza con cui cammina per la campagna, per la sintonia profonda con cui segue i moti della terra e delle piante, per la precisione "pascoliana" con cui segue il frutto che sboccia: dal suo manifestarsi alla vita ne afferra poi essenza e palpiti. L'ispirazione profonda della poetessa viene dalla terra (così si intitola una delle sezioni di questa raccolta) e l'autrice appare immersa in una nostalgia struggente, che però non offusca mai la sua visione realistica e a volte dolente, di ciò che è stato il paesaggio della sua giovinezza insieme con l'acuta percezione degli elementi che, da esso, sono affluiti nella sua personalità. Limpidi e intimamente fecondi sono i ricordi che riferiscono il travaglio della sua giovinezza e del suo impegno per la vita, dai quali emerge una natura forte e funzionale all'affermazione di sé, pur con accenti di una viva tenerezza verso gli uomini e le cose. Particolarmente intima e rivelatrice è la poesia "Parlando con mio padre" in cui la figura del vecchio è intrisa di pudore e di intelligenza, e quella della figlia si rivela consapevole di sé e degli altri. Le atmosfere sono intrise di nostalgica tenerezza, i ricordi sono intatti, dolci o dolenti e non escludono la malinconia, ma non giungono mai a posizioni di rinuncia o di resa. Le varie sezioni in cui è scandita la raccolta compongono alla fine la storia di una vita, narrata sullo sfondo reale di una natura che procede con i suoi cicli meccanici, quelli che però l'autrice sa interpretare nei suoi ritmi mistici e conformi ai moti del cuore. |