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LA VIA DELLA SPERANZA

di Di Donato Giovanni

Anno: 2014
Prezzo: 18.00 €

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Dalla prefazione di Fulvio Castellani:
Dopo “Le notti d’estate” ecco questa nuova silloge che vuole essere, in un certo qual modo, il prosieguo di un discorso di speranza, ossia il filo rosso che lega ombelicalmente l’uomo a Dio e la propria realtà esistenziale alla parola divina. Giovanni Di Donato segue un tragitto scritturale ad ampio raggio, in quanto il suo dire si impreziosisce di elementi insostituibili per guardare lontano, per curare il proprio io e avvicinarsi al vero significato della Croce. Ogni composizione poetica è un grido di fede, quasi una preghiera, una invocazione, un passeggiare con convinzione al di sopra della quotidianità proprio per superare, se possibile, eventuali dubbi, incertezze, egoismi, momenti di scoramento e di buio.
Si rivolge a Gesù con parole di gioia: e lo stesso fa rivolgendosi alla “Regina della volta celeste”, alla sua “infinita ed eterna luce”, a Dio che “nulla vendica e tutto perdona”, a Madre Teresa di Calcutta “mendicante dell’amore di Cristo”, agli angeli “che hanno la possibilità di contemplare / il volto del Mistero”…
Ogni pagina respira amore, ogni accelerazione finisce per inginocchiarsi davanti alla Luce che non ha eguali, ogni immagine vive nel desiderio di essere, almeno in parte, “come l’acqua trasparente e semplice”… La cifra poetica è senz’altro discorsiva e si avvale di un lessico raccolto, puntuale. Non ci sono momentanei rallentamenti di espressività, cosicché le poesie navigano su una tavolozza dai colori intersecanti, mai fini a se stessi, mai artefatti. C’è da dire, poi, che Giovanni Di Donato usa versi decisamente lunghi e sciolti; una scelta, questa, che nel caso specifico si rivela indovinata proprio perché il contenuto delle singole poesie è una sintesi allargata di quell’amore per l’Amore Divino che urla a voce piena parole come “vorrei essere una farfalla per volare lontano dall’odio” e “ vorrei essere povero per apprezzare tutto ciò che mi circonda.” Ed è proprio questa mancanza di saper apprezzare, sempre e comunque, quanto ci circonda che rende insoddisfatti gli esseri umani anche perché si sono tuffati in un egoismo sfrenato, in un apparire senza confini, in una ricerca incontrollata del potere e del successo a ogni costo.
La silloge si conclude con un capitolo in prosa incentrato su “La Chiesa e i giovani” che dà un ulteriore tocco alla capacità di Giovanni Di Donato di dialogare a viso aperto con quanti cercano una via diversa, una via che conduca alla speranza, a Dio.