Capitolo I
UN MONDO PERDUTO
Fuori c’era la natura vigorosa.
Il grande paesaggio tremolava nella pioggia.
I suoi occhi chiari lo riflettevano, trasparenti.
Il pruno era una nuvola bianca
la terra bruna si increspava in piccole zolle,
piccole tane di talpa o culla di teneri germogli?
Tutto incominciava.
*****
Indossò impermeabile e stivali, prese l’ombrello, aprì la porta per uscire.
– Dove vai Lara? – domandò una voce che proveniva dalla cucina.
– Non ti preoccupare nonna, vado a fare un giro, sarò presto di ritorno! – rispose con voce dolce la bambina.
– Non fare tardi e non ti allontanare! – si raccomandò la vecchia signora, scostò la tendina a quadretti appena in tempo per vedere la figura esile avvolta nella tela cerata gialla allontanarsi tra le gocce nel baluginare del cielo.
Lara respirò a pieni polmoni l’aria odorosa di pioggia. I suoi occhi si riempirono delle sfumature pastello della natura.
Il ticchettio sull’ombrello la rassicurava e la cullava come un’antica nenia le cui note soffiano da lontano. Procedeva nel fango fino alla caviglia, tra le staffilate del vento e gli spruzzi delle fronde, che si dimenavano come lunghe braccia.
Era nel bosco! Una sinfonia di colori sfolgorava e dirompeva nella luce evanescente, eterea. I verdi si sovrapponevano come lucidi smeraldi alla terra di Siena che guizzava tra i cespugli del sottobosco, esaltando il marrone testa di moro del terreno molle.
Si stupì di tale incanto.