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Il fascino del mare

di Salemi Maria

Anno: 2024

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Dalla prefazione di Fulvio Castellani:
 

La poesia, se è veramente tale, è un lungo colloquio con se stessi, con il vocabolario intimo che solitamente ci accompagna nel corso della vita, con quell’Io che naviga dentro noi fin dal primo sbadiglio, da primo sussulto emotivo...

Maria Salemi lo vive da sempre e riesce ad offrircelo a piene mani proprio perché i suoi versi sono calde espressioni che partono dal cuore o, se preferiamo, risultano sempre degli arcobaleni di luce intima ed in questo caso delle vibrazioni che provengono dal mare. Sì, perché è il mare, in questo caso, a svolgere un ruolo trainante spalancando orizzonti schiumosi e possenti.

Troviamo, in tal modo, un concerto di riflessioni e di bagliori che srotola una musica raccolta con sciabordii di pensieri dai bagliori porpora e giochi danzanti di preziose conchiglie madreperlacee...

Maria Salemi non è nuova nel trasmettere soffici e voluttuose carezze espressive, cosicché gustare le immagini che ci consegna viene spontaneo come “un bagliore rosso porpora” che “preannuncia l’alba” mentre “lento sorge dal mare il sole”.

Una poesia, dunque, che accarezza le immagini e che lascia anche a noi “una scia di preziose conchiglie madreperlacee” ovvero la gioia di poter passeggiare con lei sulle onde di quel sogno che indora i versi con la sabbia infuocate ed un’aria che odora “di fichi e di zagare”...

Che dire oltre, se non che Maria Salemi ha la poesia nel cuore e che ce la trasmette anche con estrema freschezza, infuocando i versi con sincera e musicale armonia.

E in questo caso a solleticare l’estro poetico di Maria Salemi è stato il mare, il fascino che trasmette il gioco delle onde che lo rendono sorridente e chiassoso, gli ombrelloni che “disegnano ombre tenui” accompagnando donne sorridenti che “scherzano con le onde”...

Non dico altro se non che la poesia di Maria Salemi è un simpatico incrocio di sguardi lucenti, di sprazzi di silenzi ciarlieri, di “felici momenti che nel dolce tramonto / si disperdono lenti” e che ci consegna ancora una volta una poesia sincera, incisiva e che si legge, e si gusta, con fragorosa dolcezza.