TI CANTO BELLEZZA ETERNA... e la poesia si fa preghieradi Petrillo Maria Adelaide
Anno: 2010
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Dalla prefazione di Giuseppe Dell'Anna"Ti canto bellezza eterna" è il modo semplice, intimo, profondo, spirituale che Maria Adelaide Petrillo ha desiderato esprimere al Dio Infinito per l'incontro avuto con Lui. Ritengo che il fulcro di questo suo volume di liriche sia in "Maestro, dove abiti?", dove l'autrice palesa il momento misterioso di conversione e incontro con Dio Signore, come avvenuto per Saulo sulla via di Damasco (poi S. Paolo apostolo delle genti) e come avvenuto per Agostino di Tagaste (poi S. Agostino) che in "Confessioni X, 27" così si esprime: "Tardi ti ho amato, Bellezza così antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. (…) Ti gustai ed ora ho fame e sete di te (…)".
La forza dirompente che l'autrice ha trovato e provato è un'anima che ama, vi è uno "spazio e tempo (che) hanno preso dimensione", "non c'è più niente d'inutile e banale…", tutto contempla e vive "con occhi di bambino", quindi con occhi nuovi che si rispecchiano, come Francesco d'Assisi, nella creazione e in tutte le sue creature, che si rispecchiano, ancora, nel coraggio di aprire l'anima all'ascolto della Parola di Dio. In "Glossolalìa" si evidenzia quanto la lettura e interpretazione della "Parola" richieda cuore e mente aperta, dono carismatico, tanto da far esprimere l'autrice: "Ti canto bellezza eterna (…) nascosta ad occhi frettolosi (…) a chi non trova tempo". Quindi l'autrice evidenzia quanto si sia svuotata di se stessa per accogliere una voce nuova, un amore nuovo, divino…
I versi armonici, composti di immagini e di profonda riflessione, danno origine a meditazioni e preghiere ricche di una personale spiritualità dell'autrice che la rapporta con Dio e la Madre di Dio: in questo rapporto mistico nasce una poesia salmodiante, carica di mistero, di originalità, di accuratezza e contemplazione: "O quam suave est sedere in solitudine / et loqui cum Deo". |