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L VALORE DELLE COSE

di Pellegrino Conte Edda

Anno: 2007

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Dal primo racconto che dà il titolo alla raccolta:
Si sentiva un intruso. Forse la memoria gli suggeriva visioni ingannevoli, illusa da un vissuto lontano. Non ritrovava né persone né cose che avessero un legame con la sua infanzia. L'ambiente era mutato, il vivere diverso, la gente sconosciuta. Quello non gli sembrava il suo paese, né quella era la sua gente. Si chiedeva se gli anni trascorsi altrove potessero essere motivo sufficiente a creare tale sensazione di estraneità. Invano ricercava la bellezza dei vasti orizzonti, o il colore della sua terra: terra rossa sotto ulivi giganti, in mezzo a viti generose e forti. Una società nuova aveva cancellato il georgico candore di un tempo. Trattori moderni e congegni automatizzati avevano sostituito la fatica dell'uomo nei campi. Il vivere quotidiano ne risultava rivoluzionato. Anche lui, del resto, non era più la stessa persona che un giorno lasciò la terra dei padri per un vivere diverso. Con la sua fuga l'aveva forse tradita, quella sua terra, che oggi non lo riconosceva, che forse lo rifiutava..... Un triste ritorno, una serie di pensieri amari di uno che tornava, chiamato ad assolvere un triste compito, quello di raccogliere i resti di una modesta eredità. Tra poco si sarebbe incontrato con gli altri eredi, nipoti e pronipoti quasi sconosciuti. Entrò in quella casa che era rimasta troppo a lungo chiusa, nella lentezza burocratica delle pratiche legali. Il tanfo gli dette un senso di nausea. Provò l'impulso di uscire subito all'aperto. Attraversò le stanze buie e corse ad aprire la porta sul cortile. La voce delle cose lo raggiunse all'improvviso. Il pozzo, il pollaio, la rimessa, le quattro piante di arance alla vaniglia, quelle che piacevano tanto a sua madre.....