- Terza classificata alla Selezione Editoriale di Carta e Penna 2019 -
Dalla prefazione di Fulvio Castellani: Ci si chiede spesso che cosa possa trovarsi dietro la porta; la porta che si apre sul vivere quotidiano, sul sogno che ognuno di noi si auspica possa concretizzarsi, sulla bellezza di un amore o di un’amicizia senza alcuno steccato, sulla dolcezza di un sorriso che si culli anche sull’altalena del ricordare...
Debora Di Pietra, con note liriche decisamente fascinose ed appropriate, ha cercato (riuscendoci) di spalancare la porta del suo cuore e si è trovata di fronte la musica di parole calde, di profumo che “solletica i sensi”, “la gioia / sorella della passione”, ossia il calore (“l’avvolgente, pieno, potente”) delle “tue labbra... / fino a penetrare l’anima”...
Versi davvero forti, che lasciano il segno, che giostrano con il sole e la luna, che poi (chissà perché) si infrangono e tolgono il respiro.
Non dà tregua, Debora Di Pietra, al suo cavalcare sentimenti, attese, assenze, timori, foglie secche che si allontanano tra le onde vacillanti del tempo “come il naufrago in mare”...
È un amore brillante, il suo: un amore che le toglie il respiro e le immagini che ci consegna sono raccolte nei luoghi della memoria coniugando precipizi, rinascite, disegni dai colori forti in un continuum di ebbrezza emotiva, di un’alba che accomuna e che non è soltanto dell’Io ma di quel noi che è in grado di rovesciare il mondo e di respirare una libertà univoca e non di “promesse fatte e poi disperse”.
Se questo non è amore!
Ecco così che Debora Di Pietra dà respiro lirico ad un discorso a dir poco coinvolgente dal profumo inebriante e dai contenuti fin troppo evidenti tanto che in una lirica della silloge afferma a tutto tondo: “Quello che vorrei dirti / è molto più di ciò che le parole possono dire / e molto meno di ciò che il mio cuore vorrebbe gridare”.
Se i poeti sono in un certo qual modo “misteriosi” lo sono in fattispecie quando cercano di nascondersi dietro parole e frasi astruse ma Debora Di Pietra ha curato il “mistero del suo Io” con estremo nitore, con la grazia di una persona solare, con quella accattivante fioritura che marca di sé ogni anima sensibile, generosa. Ecco perché come ha affermato a suo tempo il filosofo inglese J. S. Mill, “la poesia è il sentimento che si confessa a se stesso, nei momenti di solitudine, e che s’incorpora in simboli che sono rappresentazioni il più possibile esatti del sentimento nella precisa forma che esso assume nello spirito del poeta”
E così lo è stato anche per Debora Di Pietra.