A casa dei nonnidi Citron Arianna
Anno: 2024
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Introduzione
Questa piccola raccolta di poesie è dedicata ai miei nonni materni, in particolare a mio nonno Angelo, che ci ha lasciati lo scorso novembre 2023 e proprio questo luglio avrebbe compiuto un secolo! Angelo se n’è andato a 99 anni, ha trascorso una vita serena e soprattutto pienamente vissuta. L’averlo avuto con noi così a lungo la ritengo una preziosa fortuna, qualcosa di assolutamente eccezionale. Nonno Angelo aveva un carattere forte e portava con sé tantissime cose meravigliose: ad esempio, adorava raccontare e sapeva farlo molto bene, dote rara in questi tempi. Lui aveva una memoria formidabile: che fosse un ricordo dei tempi di guerra, che si trattasse di un aneddoto sui parenti emigrati in Australia, che fosse un episodio di quando aveva conosciuto la nonna, o altro ancora. Se ne stava seduto sul suo angolo di divano, composto ed elegante e raccontava...e io sarei stata ore ad ascoltare, sebbene nell’ultimo periodo, ahimè, ripetesse sempre le stesse cose. Nonno Angelo amava aiutare il prossimo e seguiva gli insegnamenti di Gesù. Per moltissimo tempo è stato sacrestano nella parrocchia di Albina di Gaiarine (Tv), dove viveva, partecipando a tutte le funzioni in chiesa; quando era giovane andava anche a fare punture e si occupava della vestizione dei morti. Si dice che, nel momento in cui veniva a mancare qualcuno, si avvisasse prima mio nonno e successivamente il parroco. Angelo amava particolarmente stare con la gente e nel paese gli volevano tutti molto bene. Accanto a lui c’è sempre stata la nonna Delfina, l’unica donna della sua vita, con la quale si è sposato e ha creato una famiglia. Nonna Delfina era una “tipetta”, a partire dai tre nomi che aveva e che erano diventati una specie di leggenda: Dosolina all’anagrafe, Maria per la chiesa, Delfina per tutti. Nonna aveva un caratterino talvolta anche un po’ spigoloso e permaloso: non le piaceva molto stare in compagnia, viveva forse un po’ “nell’ombra” rispetto al nonno, ma era una persona di cuore; ho sempre percepito da lei un grande amore. Mentre il nonno Angelo parlava di vite lontane e di storie australiane, lei raccontava di una famiglia numerosa, fatta di cose essenziali e di persone operose. La nonna poi trascorreva ore delle sue giornate a giocare a carte, leggere il giornale e prendere in giro scherzosamente il nonno poiché non era un gran lettore, dicendo che era “forse poco istruito”. Nonno Angelo e nonna Delfina spesso si stuzzicavano, ma si amavano veramente, erano persone di grande umiltà e fede ed adoravano la loro famiglia. Proprio il valore della famiglia è ciò che di loro più mi è rimasto: una famiglia di forti radici, una famiglia che si aiuta, una famiglia in ogni momento e, nonostante ogni momento, unita. Ho passato tante domeniche pomeriggio a casa loro: un luogo piccolino, dove ogni particolare ed ogni dettaglio parlavano da sé. Ogni domenica pomeriggio era quasi un rito: il thè delle cinque quando era inverno, i biscotti nella tradizionale scatola rotonda e la consueta partita a carte. Per anni poi, durante la mia infanzia ci sono stati anche i pranzi della domenica, quelli con il pollo in pentola e le patatine sulla teglia. I nonni erano tutto questo e molto altro, come tanto è quello che mi hanno insegnato e che in questa mia modesta raccolta ho ricordato, o per lo meno c’ho provato. Buona lettura. Arianna Citron |