La storia, la nostra storia, vive e rivive nei dialetti, nella sincerità tipica del popolo, nella bellezza di una parola che ai più appare astrusa e che racchiude, invece, pagine e pagine di umanità, d’amore per la propria terra, per chi ha dato il meglio di se stesso a una piccola comunità di paese e a una zona tipica della nostra splendida penisola che risponde al nome di Italia. È difficile, ovviamente, capire a fondo un dialetto se non si è in grado di parlarlo e di suggerne le tante sfumature. Ma è altrettanto gratificante, di rimando, seguirne gli sviluppi, entrare con passi leggeri nei perché di una parola, di un modo di dire popolare, di un aneddoto e di un tipico adagio che si è andato consolidando nel corso dei secoli.
Ogni paese, ogni comunità, ogni quartiere cittadino possiede un proprio vocabolario che ne caratterizza la fisionomia espressiva, il gioco singolare dei sottintesi, dell’ironia, del tempo che si condensa in magari poche espressioni. Per favorire, in qualche modo, la tutela del dialetto (una fonte indispensabile di cultura e di realtà che purtroppo rischia di franare a causa di un modernismo esasperato ed esasperante) anche un’antologia poetica dovrebbe risultare utile. Anzi, ne siamo convinti, proprio perché “co se deventa veci se perde le virtù: le gambe le fa giacomo e le calze no sta più su” (quando si diventa vecchi si perdono le forze: le gambe tremolano e le brache non stanno più su); per cui anche un dialetto corre il rischio di perdere la sua vitalità se non ci si dà da fare prima che sia troppo tardi e la nuova storia ne annulli la presenza dialogante.
Qui troviamo, pertanto, poesie, semplici e graffianti, di autori di diverse località italiane. Ci sono espressioni davvero singolari, profonde, di grande attualità anche se nascondono (non troppo) la loro ormai lunga presenza nel contesto di questa o quella comunità.
Poesie, dunque, dal calco ben solido e che racchiudono talora anche dei proverbi popolari, ovvero la cultura reale di un popolo attivo e sempre pronto a stringere la mano a chi ne ha bisogno, logicamente se non pretende la luna e si adegua alla realtà in cui si viene a trovare ed a confrontarsi.
L’apporto della traduzione in lingua italiana, a nostro avviso, fa il resto. Ossia ci conduce passo dopo passo in direzione di concetti semplici e di parole dal suono unico, calde, vibranti di umanità e di sogni...
Speriamo soltanto che il dialetto, le tante varietà di dialetti, serva veramente ad allargare il nostro orizzonte ed a farci vivere in completa armonia con l’altro, con il diverso, con quell’Io che è in noi e che a sua volta aspetta una mano amica.